Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Gli avvocati penalisti scioperano sei giorni Chiedono più garanzie per gli imputati. Nessun risultato dall'incontro con Casini, ma il dialogo resta aperto

default_image

  • a
  • a
  • a

Dal 29 marzo al 3 aprile i penalisti torneranno infatti a incrociare le braccia contro la riforma dell'ordinamento giudiziario in discussione in commissione Giustizia a Montecitorio. Non è valso a far recedere l'Unione Camere penali dalle proprie intenzioni nemmeno l'incontro di ieri tra il presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini, ed Ettore Randazzo, leader dell'Ucpi. Incontro che, comunque, Randazzo ha giudicato molto positivamente. «È stata una grandissima apertura - ha detto - e il presidente Casini mi ha assicurato che non perderà occasione per sottolineare la necessità di tener conto, nel porre mano alla riforma dell'ordinamento giudiziario, anche delle istanze degli avvocati e dei cittadini». Insomma, nonostante lo sciopero, il dialogo resta aperto. E lo si evince anche dalle dichiarazioni del Guardasigilli Roberto Castelli, che dice: «Questo sciopero sollecita il governo a fare una riforma che non sia solo di facciata». Il clima sulla giustizia, però, non resta tutt'altro che sereno nei rapporti fra centrodestra e centrosinistra. Nella CdL, infatti, Volontè dell'Udc si dice aperto al dialogo, mentre il relatore del provvedimento sulla riforma dell'ordinamento alla Camera, l'azzurro Francesco Nitto Palma, insiste sul punto dolente della separazione delle funzioni. «Per quel che mi riguarda, - dice - la legge di riforma se tale deve essere (e se tale non sarà non avrà il mio modesto contributo) realizzerà, nel rispetto dei principi costituzionali, la separazione delle funzioni». In un articolo che sarà pubblicato oggi da «l'Avanti!», Nitto Parma si dice «perplesso nell'assistere alla verbosa sarabanda che si sta scatenando intorno alla riforma di una parte - sia pure rilevante - dell'ordinamento giudiziario». Nell'altro schieramento, invece, dopo l'apertura al confronto sulle carriere dei magistrati, fatta nei giorni scorsi dal leader della Margherita Francesco Rutelli, il confronto resta vivace. Il leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, attacca duramente Rutelli, parlando di un suo «ammiccamento indecente» verso la maggioranza in tema di giustizia. E altrettanto duro è il segretario del Pdci, Oliviero Diliberto che sottolinea che il «Triciclo» è in balia di una «offensiva moderata» guidata dal leader Dl. A chiudere i discorsi, per il centrosinistra, è il presidente dei deputati della Quercia, Luciano Violante, che si dice scettico sulla possibilità di un dialogo tra maggioranza e opposizione sullo scivoloso terreno della riforma della giustizia. «Credo - chiosa tranchant - che il governo pensi soltanto a tutelare gli interessi del presidente del Consiglio ma la giustizia ha bisogno di ben altro».

Dai blog