Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Russia-Ucraina, gli Usa dicono no alla fine della guerra e al cessate il fuoco

  • a
  • a
  • a

Nel giorno della visita del leader cinese Xi Jinping a Mosca per incontrare il presidente russo Vladimir Putin, la parola che domina a Washington è «diffidenza». Gli Stati Uniti vogliono capire se la Cina aggiungerà tensione alla guerra in Ucraina, a più di un anno dal suo inizio. I rappresentanti dell’amministrazione Biden commentano, al momento, con freddezza. Prevale il sospetto che Pechino stia continuando ad aiutare Mosca con le armi, principalmente munizioni da artiglieria. Anche sui tempi di una possibile pace non c’è sintonia tra Usa e Cina. Un cessate il fuoco sancito ora, ha spiegato uno dei portavoce della Casa Bianca, John Kirby, sarebbe «effettivamente la ratifica di una conquista russa». «Sarebbe - ha aggiunto - un riconoscere le conquiste fatte dalla Russia e il suo tentativo di annettersi territori vicini con la forza, permettendo ai soldati russi di continuare a occupare un territorio a sovranità ucraina». 

 

 

La mossa, dicono a Washington, rientrerebbe nel classico manuale strategico cinese: uscire da Mosca, dichiarando di essere stati i primi a ottenere la fine del conflitto, ma con una soluzione che premia gli invasori. Ad aumentare il clima di «diffidenza» verso la missione di Xi Jinping sono anche i contenuti dei report dell’Intelligence americana, secondo cui le relazioni tra Cina e Russia si sono sviluppate negli ultimi mesi. I due Paesi continuano a svolgere esercitazioni congiunte e insieme hanno attaccato la Nato. Pechino resta il più grande acquirente di petrolio russo, e questo aiuta a finanziare l’occupazione in Ucraina. 

 

 

A Washington fanno notare la «grande affinità» tra Xi e Putin, confermata da un numero: quaranta. Le volte che il leader cinese, da quando è diventato presidente, nel 2012, ha incontrato il suo omologo russo. Fino a quando la Russia non accetterà di lasciare la Crimea, conquistata nel 2014, secondo gli Stati Uniti non ci sarà possibilità di mettersi a un tavolo per aprire i negoziati. Ma in gioco, fanno notare fonti dell’amministrazione Biden, non c’è solo la pace, ma il grande affare della ricostruzione. E se Pechino vuole svolgere un ruolo di primo piano, dovrà presentare proposte più concrete, che convincano il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, a considerare i cinesi partner affidabili, e non la propaggine dell’uomo che li ha invasi. Non sembra che la guerra possa finire a breve.

Dai blog