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Covid, ira di Pechino contro i tamponi in aeroporto: "Vogliono sabotarci"

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L'obbligo di effettuare un test diagnostico per il Covid-19 introdotto in numerosi Stati per i viaggiatori in arrivo dalla Cina è "discriminatorio", punta ad attaccare il Paese e a sabotare i suoi precedenti sforzi per contenere il virus.

È quanto si legge in un editoriale in un editoriale del quotidiano cinese "Global Times", che commenta così la decisione di Italia, Stati Uniti, Giappone e altri Paesi di richiedere un referto di negatività al virus ai passeggeri provenienti dalla prima potenza asiatica, alle prese con una forte recrudescenza del virus seguita all'allentamento delle restrizioni di inizio dicembre. L'abbandono della strategia "zero Covid" ha offerto a Usa e Giappone un'altra occasione per "diffamare" la Cina, scrive la testata, secondo cui il ricorso a restrizioni in "controtendenza" segnala soprattutto l'incapacità di Washington di controllare il virus con "un approccio scientifico". Quest'ultimo è stato invocato anche dal portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin, secondo cui le misure di controllo e prevenzione del Covid-19 non dovrebbero penalizzare gli scambi internazionali. I virologi incaricati di monitorare le varianti del coronavirus in Cina hanno dichiarato al Global Times che Pechino "non ha mai smesso di monitorare le varianti prevalenti in questo Paese e non lascerà mai che nuove varianti non vengano segnalate".



 

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