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Covid, Bassetti: “Dati? Ci sono le intercettazioni dei medici”. Lo sciame di varianti dalla Cina

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Matteo Bassetti, Direttore Clinica Malattie Infettive Ospedale Policlinico San Martino di Genova, ha rilasciato un’intervista a Libero, realizzata da Alessandro Gonzato, in merito al nuovo rischio Covid per l’Italia dopo la diffusione dei contagi in Cina e l’arrivo di cittadini di Pechino positivi: “Se si scopre che il Covid portato in questi giorni dalla Cina è resistente ai vaccini è un bel problema, la Cina in questo momento è una bomba biologica. Hanno combinato un disastro, anche se la variante contratta dai cinesi arrivati a Malpensa fosse nota, come facciamo a sapere che a casa loro, a quel ritmo di infezioni vertiginoso, non ne stiano sviluppando altre?”.

 

 

La mancanza di dati non ferma le fosche previsioni dell’infettivologo: “Ma si sanno comunque, ci sono intercettazioni telefoniche di medici coreani che parlano di un'ecatombe, 350 milioni di contagi in un mese, 10mila morti al giorno, ospedali al collasso, è come da noi tre anni fa. La Cina oggi è la tomba dei no-vax, ha sbagliato completamente la gestione del Covid, non ha voluto seguire la scienza. Quello che sta succedendo in Cina è il fallimento totale delle teorie negazioniste e anti-vacciniste. In Cina la copertura vaccinale è molto bassa, gli anziani preferiscono la medicina tradizionale, e in più il loro vaccino, Sinovac, è a vettore virale e non a ‘mrna' come quelli occidentali, quindi non si può aggiornare e non copre le varianti”.

 

 

Bassetti applaude il lavoro del governo di centrodestra: “L'Unione europea deve seguire l'esempio del nostro ministro della Salute, Orazio Schillaci, che ha disposto il tampone obbligatorio sia alla partenza dalla Cina che all'arrivo in Italia. Tampone molecolare, sottolineo, quello rapido ormai è troppo poco attendibile. Vedrà che in queste ore gli Usa faranno lo stesso. Taiwan l'ha già fatto. Non possiamo sbagliare ancora, la Cina va contenuta”. “Adesso - chiosa il medico nell’intervista a Libero - bisogna sperare di non aver importato una nuova variante, altrimenti tra 15-20 giorni, in pieno inverno, con già l'influenza che circola, potrebbero essere guai. Mi auguro che i fragili che non si sono vaccinati ora lo facciano”.

 

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