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Putin è "arrabbiatissimo". La reazione furiosa dello Zar: cosa è successo

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È una reazione profondamente critica quella di Mosca all'indomani della visita di Volodymyr Zelensky negli Stati Uniti. Prima il Cremlino, per bocca del portavoce Dmitry Peskov, ha accusato gli Usa di condurre una guerra «indiretta» contro la Russia e ha rimproverato che «non ci sono stati appelli alla pace».

Successivamente a prendere la parola è stato Vladimir Putin in persona: innanzitutto ha promesso un «antidoto» contro i Patriot accordati da Joe Biden a Zelensky, affermando che questi sistemi non fanno che prolungare il conflitto, poi ha ribadito che la Russia è pronta a colloqui con Kiev per porre fine al conflitto e ha accusato l'Ucraina di non esserlo. «Tutti i conflitti armati, in un modo o nell'altro, si concludono con negoziati su un binario diplomatico. E noi non ci siamo mai rifiutati», «prima questa consapevolezza arriva a coloro che si oppongono a noi, meglio è», ha dichiarato Putin, che la prossima settimana firmerà un decreto in risposta al price cap europeo sul petrolio.

Secondo la Casa Bianca, tuttavia, «al momento non ci sono finestre per discussioni con Putin su come mettere fine a questa guerra». Il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale Usa, John Kirby, lo ha detto nel corso di un briefing in cui ha riferito che la Corea del Nord ha fornito armi al gruppo Wagner, in particolare razzi di fanteria, per l'impiego nella guerra in Ucraina. Gruppo Wagner che in Ucraina, secondo quanto riferito, spende «100 milioni di dollari al mese» e che si sta sempre più caratterizzando come un «centro di potere» all'interno dell'apparato militare russo e del Cremlino.

La tv di Stato russa ha cercato di sminuire il sostegno militare e politico che Zelensky ha ricevuto a Washington, sottolineando in una parte del notiziario che non tutti i membri del Congresso Usa si sono presentati per ascoltare il suo discorso. E i commentatori russi hanno anche criticato l'abbigliamento del leader ucraino durante la sua visita alla Casa Bianca con il presidente Usa Biden. La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, si è spinta fino all'insulto, definendo Zelensky il «figlio di p... dell'Occidente», nonché lo «strumento» dell'Occidente contro la Russia.

Il presidente ucraino, di ritorno da Washington, in Polonia ha incontrato il presidente polacco Andrzej Duda. «Abbiamo tirato le somme dell'anno, che ha portato sfide storiche a causa di una guerra su larga scala, abbiamo anche discusso dei piani strategici per il futuro, delle relazioni bilaterali e delle interazioni a livello internazionale nel 2023. Grazie per il vostro incrollabile e potente sostegno», ha scritto Zelensky su Telegram.

Sul tavolo c'è anche un summit con i vertici Ue per il 3 febbraio, con i presidenti di Consiglio e Commissione, Charles Michel e Ursula von der Leyen, a cui Zelensky è stato invitato in presenza. A Kiev potrebbe andare invece la premier Giorgia Meloni. «Dovrei sentire Zelensky prima di Natale, anche perché voglio fare gli auguri al popolo ucraino», ha detto la presidente del Consiglio a Porta a Porta, e «per fissare questo viaggio che vorrei fare nei prossimi mesi del prossimo anno». Del conflitto è anche tornato a parlare Papa Francesco. «In nome di nessun Dio si può dichiarare "santa" una guerra. La religione non deve prestarsi ad alimentare conflitti». È tornato a invocare la pace per l'Ucraina «Paese martoriato».

Nelle cornici dell'Aula della Benedizione del Palazzo Apostolico Vaticano e poi in Aula Paolo VI, Bergoglio ha ricevuto in Udienza rispettivamente i Cardinali e i Superiori della Curia Romana e i dipendenti della Santa Sede e del Governatorato di Città del Vaticano con le famiglie per la presentazione degli auguri natalizi. Ancora un messaggio contro guerre e «conflitti che sono in atto in diverse parti del mondo» il cui «clamore» può cessare solo con il «perdono, altrimenti la giustizia diventa vendetta».

 

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