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Usa e Arabia Saudita ai ferri corti sul petrolio: schiaffo a Biden e favore alla Russia

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L’Arabia Saudita ha rivelato, e respinto, la richiesta degli Stati Uniti di rinviare di un mese (ovvero l’intervallo di tempo che manca alle elezioni di medio termine) il taglio della produzione petrolifera deciso dall’Opec Plus. «Il governo del Regno ha chiarito nelle sue costanti consultazioni con l’amministrazione Usa che tutte le analisi economiche indicano che posporre di un mese la decisione dell’Opec Plus, come è stato suggerito, avrebbe conseguenze economiche negative», si legge in un comunicato del ministero degli Esteri di Riad.

 

 

Il ministero degli Esteri ha poi espresso «totale rigetto» per le dichiarazioni giunte dagli Usa secondo le quali il taglio della produzione petrolifera deciso dall’Opec Plus vedrebbe «il Regno schierarsi nei conflitti internazionali» e sarebbe una decisione «politicamente motivata contro gli Stati Uniti d’America». Secondo Riad, simili affermazioni «dipingono la decisione dell’Opec Plus fuori dal suo contesto puramente economico». «Questa decisione è stata presa all’unanimità da tutti gli Stati membri dell’Opec Plus, le decisioni dei vertici dell’Opec Plus vengono adottate attraverso il consenso e non sono basate sulle decisioni unilaterali di un Paese. Queste decisioni - continua Riad - sono basate meramente su considerazioni economiche che tengono conto del mantenimento dell’equilibrio tra domanda e offerta sui mercati petroliferi, così come l’Opec Plus ha sempre mantenuto l’obiettivo di limitare la volatilità che non fa gli interessi né dei produttori nèé dei consumatori».

 

 

La nota della nazione araba arriva all’indomani delle parole di Joe Biden, che ha ribadito ancora un volta che intende rispondere allo schiaffo ricevuto da Riad, una delle ‘capitali del petrolio’ dell’Opec+ che hanno deciso di ridurre la produzione di petrolio, una mossa che è stata vista come una netta presa di posizione al fianco della Russia nella guerra energetica nata dal conflitto in Ucraina. Diversi importanti esponenti democratici hanno chiesto alla Casa Bianca di rispondere congelando la vendita di armi e la cooperazione militare. 

 

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