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Ucraina, "se Putin sgancia la bomba..." Il generale Usa inchioda Biden e l'Europa

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Nella guerra in Ucraina l'Europa è "parte del problema", non della soluzione. Ad affermarlo è il generale Keith Kellogg, 78 anni, co-presidente del conservatore Center for American security, già consigliere di Mike Pence e Donald Trump, alla Casa Bianca. "A questo punto dobbiamo prepararci, perché è reale la possibilità che Putin faccia ricorso alle armi nucleari. Vedo, però, molta incertezza nell'Amministrazione Biden e tra i partner europei della Nato" afferma il militare in un intervista al Corriere della sera. 

 

Per il generale Putin non ha molte scelte davanti a sé. "Le cose sul campo di battaglia continuano ad andare male per i russi. Il contrattacco degli ucraini nella zona di Kherson è importante: un fronte strategico che può decidere le sorti dell'intera guerra", e il ricorso alle armi nucleari "purtroppo è una possibilità reale". Putin deve spiegare agli oligarchi e all'establishment militare a che cosa siano serviti i 70mila tra morti e feriti. Si teme la "Mossa disperata" ma la realtà è che "non sappiamo che cosa potrebbe fare esattamente. Per il momento l'unico dato è che stiamo parlando di armi nucleari tattiche, con un impatto limitato". Inoltre, se Putin ricorre al nucleare dovrà "scordarsi la scommessa che ha fatto su Pechino. I cinesi hanno una loro agenda e certamente non vogliono in alcun modo essere coinvolti in un'escalation atomica".

 

In ogni caso, per Kellogg l'Occidente e gli Stati Uniti ancora non sanno cosa fare. Gli esperti esterni della casa Bianca "tirano a indovinare", attacca il generale. Le opzioni in caso di uso del nucleare in Ucraina sono diverse. Si va dalla "risposta dello stesso tipo, con il lancio di bombe nucleari sulle basi russe, all'inizio di una guerra convenzionale".

 

Ma cosa succederà non è chiaro, gli Usa devono decidere, incalza Kellogg. Joe Biden finora ha fatto leva sul fatto che l'Ucraina non fa parte della Nato: "finora non ho sentito il Presidente americano dichiarare con chiarezza che, in caso di attacco nucleare, gli Usa reagiranno come se l'Ucraina facesse parte della Nato. Credo ci siano anche molte resistenze tra i grandi Paesi europei". Secondo il generale "l'Europa è parte del problema, non della soluzione" perché gli europei "non hanno contrastato abbastanza Putin come avrebbero dovuto fare fin dal 2014", con il Donbass. "Il 75% degli aiuti all'Ucraina arriva dagli Stati Uniti. Dov'è l'Europa?", chiede polemicamente Kellog che in conclusione afferma di aspettarsi una reazione occidentale "politica" ma non una guerra aperta contro la Russia.

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