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Fuga dalla Russa. Proteste e arresti in 36 città, code al confine con la Finlandia

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Sigismondo Valente
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L'annuncio del presidente russo Vladimir Putin alla mobilitazione parziale dei riservisti ha gettato il Paese nel caos.
Ieri migliaia di persone sono scese in strada nelle città più importanti per protestare contro la pericolosa china che sta prendendo lo scontro tra Russia e Occidente in merito alla guerra in Ucraina. Scontri, fermi e arresti si sono registrati in ben 36 città dell'ex Unione Sovietica.Sarebbero oltre mille i fermati, ma si tratta di numeri destinati probabilmente a salire.

 

Secondo l'ong russa Ovd, tra le città in cui sono andate in scena proteste, ci sono prima di tutto Mosca e San Pietroburgo, dove i fermati sarebbero un centinaio. Manifestazioni anche a Ekaterinenburg, Ufa, Perm, Krasnojarsk, Irkutsk, Novosibirsk, Tomsk, Samara e Belgorod.

Appelli a scendere in strada sono stati diffusi su Telegram e altri social network da movimenti antigovernativi come Vesna, in italiano «primavera», o gli attivisti di Populyarnaya Politika. Da Murmansk al confine con la Norvegia fino ad Astrakan, sul mar Caspio, o a Perm, sugli Urali, ieri i manifestanti si sono dati appuntamento per una grande manifestazione. Tutti in piazza alle 19.

E sono molti i russi in età di arruolamento che stanno scappando o sono già riusciti a superare il confine. Una lunghissima coda di auto ieri si è formata alla frontiera fra Russia e Finlandia, l'unico confine terrestre ancora aperto per i russi con i visti Schengen.

 

Secondo il giornalista free lance Sotiri Dimpinoudis, che su Twitter ha pubblicato un video delle auto in fila, la coda di vetture aveva raggiunto in poche ore la lunghezza di ben 35 chilometri, ed era destinata ad aumentare. Ma c'è anche chi sta lasciando la Russia per via aerea. Molti voli hanno fatto registrare il tutto esaurito.

Secondo autorevoli esperti di Russia, la sensazione è che i russi non abbiano alcuna voglia di combattere quella che giorno dopo giorno sembra essere sempre di più la "guerra di Putin".

 

Come raccontato all'Huffington Post dalla giornalista Anna Zafesova «in queste ore sul motore di ricerca russo la frase più digitata è "come rompersi un braccio". Fratturarsi un osso può essere una delle soluzioni per rendersi inidonei all'arruolamento e al combattimento. E se la protesta, in altre zone della Russia, ancora non ha alzato la voce, corre però sui social. «C'è chi preferisce la fuga, o il silenzio - racconta ancora la Zafesova all'HuffPost Chi è contrario al conflitto si limita a scrivere frasi come "Putin è scemo" su Telegram. O ad arrangiarsi. E arrangiarsi, in un Paese il cui presidente ha dato il via a una guerra che sta sconvolgendo il pianeta, significa non solo scappare, ma anche provare a non essere nella lista di quei riservisti». 

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