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S'è ristretto il reddito di cittadinanza

Il premier Giuseppe Conte

Cura dimagrante per la misura-spot dei 5 stelle: due miliardi in meno. Fondi tagliati anche per le pensioni

Filippo Caleri
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Un vertice per trovare l'intesa sui nodi rimasti sul tavolo della manovra, reddito di cittadinanza e pensioni in primis, ma anche ecotassa e varie altre misure. Il tutto mentre stringono i tempi per evitare la procedura di infrazione che aleggia sull'Italia. Il meeting del governo è iniziato con la ricerca di tre miliardi e mezzo che mancavano all'appello per accontentare le richieste di Bruxelles che, scoperto il bluff di Di Maio e Salvini, ha chiesto di tornare a più miti consigli sullo sforamento. Seduti attorno al tavolo, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, i due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini, i ministri dell'Economia e dei Rapporti col Parlamento Giovanni Tria e Riccardo Fraccaro, i sottosegretari al Tesoro Massimo Garavaglia e Laura Castelli. Attorno alle 20, Salvini si è allontanato a piedi da Palazzo Chigi per prendere del sushi da asporto nella vicina piazza del Parlamento. Tra le ipotesi sul tavolo l'eventualità che l'esecutivo presenti un ulteriore piano «last minute» per chiudere l'intesa. Insomma altro tempo per limare il documento che il presidente del Consiglio ha portato all'attenzione del presidente della Commissione Europea, Juncker nella sua trasferta a Bruxelles. Anche se fonti di palazzo Chigi hanno frenato. Una cosa è certa parte delle risorse inizialmente ipotizzate sono state già recuperate con la cura dimagrante alle due principali misure della Manovra. Quanto alle pensioni il sottosegretario del welfare, Claudio Durigon, ha anticipato che le risorse per consentire l'uscita con quota 100 il primo anno sono scese a 4,7 miliardi, due in meno di quanto stimato inzialmente. Meno spesa nel 2019 anche per il reddito di cittadinanza. Tra lo slittamento ad aprile e la stima di quelli che non lo chiederanno il costo è sceso a 7 miliardi. Dunque prima di entrare a Palazzo Chigi circa 4 miliardi erano stati già recuperati. Potrebbe anche bastare questo a rispettare la volontà dell'Ue. Perché a notte inoltrata Conte ha tirato fuori dal cilindro o meglio dalle famose pieghe del bilancio (molto in uso anche nella Prima repubblica) i tre miliardi di euro di coperture finanziare per evitare nuovo debito. E dunque la possibilità di fermare il deficit al 2,04%, punto di caduta della trattative avviate da Conte con Juncker. Non solo. Un prevertice tra il premier e i due vicepremier Salvini e Di Maio avrebbe consentito di sciogliere anche gli altri nodi sul tappeto, tra cui l'ecotassa sulle auto inquinanti e il tema delle pensioni d'oro. I tagli sulla previdenza sarebbero stati confermati fino al 40% sulle eccedenze delle soglie che partono dai 90 mila euro. Per superare le resistenza si starebbe cercando di trovare un meccanismo (difficile secondo i tecnici) per applicare le forbici solo sulla parte di pensione maturata con il sistema retributivo. Sulla tassa anti inquinamento l'intesa... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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