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120 milioni dalla Palestina ad Alitalia

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Gli arabi pronti a sottoscrivere il 10% della ricapitalizzazione

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E cioè il 10% dell'operazione di apporto di nuovi mezzi finanziari che, la compagnia guidata dal Giancarlo Cimoli, è obbligata a portare a termine entro la fine dell'anno. I contatti a livello politico sono già in corso e il capofila per l'Italia è Pierluigi Borghini, responsabile industria di Forza Italia, che a Il Tempo conferma la pista palestinese per il futuro della compagnia aerea. «Un ulteriore incontro con i rappresentanti del governo della Palestina sul tema è già in calendario per la prossima settimana» dice Borghini. Che aggiunge come il progetto dei palestinesi sia quello di attivare attraverso questa via un'alleanza industriale tra Alitalia e la Palestinian Airlines sul modello di quella avviata da via della Magliana con la rumena Tarom. «Si pensa a voli in code-sharing tra l'Italia e la Palestina che potrebbe anche diventare un punto di partenza attraverso cui rafforzare la presenza di Alitalia nell'intero Medio Oriente» aggiunge l'esponente di Forza Italia. Il summit previsto per la prossima settimana servirà,però, soprattutto agli arabi per capire le reali intenzioni di risanamento della compagnia. «Gli arabi sono pronti all'investimento a patto che oltre al salvataggio sia anche assicurato all'Alitalia un reale rilancio» conclude Borghini. E, sempre in direzione del Medio Orient, e si muove un'altra partita per il destino della compagnia aerea. Questa volta a condurla è il ministero dell'economia che, sotto traccia, sta portando avanti una trattativa con la Saudia Airlines. Ieri sul tema di Alitalia è tornato anche il ministro del welfare, Roberto Maroni che ha puntato il dito contro le le norme antitrust e le regole della concorrenza «che hanno contribuito a distruggere il patrimonio di Alitalia, consentendo l'ingresso indiscriminato delle compagnie low cost».

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