Rieti, un nuovo festival per coniugare jazz e ballo

Nasceun nuovo Festival poliarticolato (musica, danza e jazz) all'insegna del belcanto. Nasce per volontà della città e con la sinergia di direttori artistici come Bruno Cagli per la musica, Raffele Paganini per la danza e Giampiero Rubei per il jazz. «È un Festival unico nel suo genere – ha affermato Gianni Letta presidente della Fondazione Flavio Vespasiano (dal nome del Teatro reatino che ospita gli eventi) – per tre motivi: innanzitutto il Teatro con la sua perfetta acustica, poi il belcanto che è un prodotto tutto italiano tipico della nostra storia e della nostra cultura, infine la signora Giulini che ha messo a disposizione per una esposizione rari strumenti antichi. Rieti, già geograficamente centro d'Italia, vuole insomma divenirlo anche nel ramo della cultura. Ricorda doverosamente l'assessore Formichetti che «Rieti coniuga storia ed arte. Diede i natali a Vespasiano, di cui ricorre il bimillenario, a Varrone e persino alla Regola francescana». Spiega il progetto Bruno Cagli: «Ci è a cuore il recupero di un bene come il belcanto che l'Italia ha dato al mondo. La natura tuttora produce le voci, ma spesso la scuola le rovina. Recuperare le scuole di canto vuol dire recuperare le voci: Se non si hanno le voci giuste, le edizioni critiche restano lettera morta». Un'occhiata al cartellone che si snoda dal 16 al 25 agosto. Impegnati i giovani dell'Opera Studio di Renata Scotto sin dall'inaugurazione con Romanze di Rossini, Mercadante e Tosti (18 agosto) per poi lasciare il posto all'Ensemble Voci Italiane, empre di estrazione ceciliana, ad illustrare (20 agosto) i Maestri napoletani del belcanto. Il clou il 23 con un Don Giovanni mozartiano in forma di concerto, Per il jazz la vocalist Dee Dee Bridgewater (21) e la Ostinato Elektro Orchestra (22). Infine la danza (il 24) con una variegata presenza di compagnie e di solisti di vaglia. Il tutto per la modica cifra di circa un milione di euro.