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Gentiloni, un premier battezzato dalle primarie. Perse

Carlantonio Solimene
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Paolo Gentiloni potrebbe essere il prossimo presidente del Consiglio italiano. Lo vuole Matteo Renzi (che ha ricevuto anche l'ok dal sempre “pericoloso” Dario Franceschini), va bene a Sergio Mattarella e in fondo non dispiacerebbe neanche a Silvio Berlusconi. Di Gentiloni, oltre all'esperienza da ministro degli Esteri e a quella ancora precedente da ministro delle Comunicazioni nel secondo governo Prodi, ricordo due episodi: un convegno sui media in cui il suo eloquio travolgente mi stava causando un inaspettato assopimento e, soprattutto, la partecipazione alle primarie Pd che sancirono la candidatura di Ignazio Marino a sindaco di Roma. Ebbene il tutt'altro che irresistibile chirurgo genovese quelle primarie le vinse con il 51% dei voti lasciandosi alle spalle l'europarlamentare David Sassoli con il 28 e, appunto, Paolo Gentiloni con il 14. Dovendo scegliere un premier che non fosse passato dalle urne, insomma, ne hanno trovato uno che nelle urne non avrebbe vinto mai. L'impressione è che a Renzi sia riuscito il colpaccio di trovare un successore che non lo oscurasse e che non fosse troppo autonomo. Di fatto, a governare dietro le quinte - per quei pochi mesi che mancano alle elezioni - sarà sempre Matteo. A meno che Gentiloni non sfoderi una grinta finora sconosciuta. I presupposti non sono dei migliori.

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