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Agorà, come trattano i positivi a Shanghai. Le immagini dal centro Covid di un "recluso" italiano

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A Shanghai scatta il lockdown duro per il ritorno preoccupante di casi di Covid. Il ricordo  delle chiusure anche nei periodi più neri della pandemia non è nulla al confronto della gestione cinese. Nella puntata di mercoledì 12 aprile di Agorà, il programma condotto da Luisella Costamagna su Rai 3, va in onda un documento sorprendente che riguarda i centri Covid operativi nella città cinese dove vengono rinchiusi, è il caso di dirlo, i cittadini positivi al Covid. 

A girare le immagini è un ragazzo italiano che vive a Shanghai e, dopo aver contratto il virus, è stato portato in un centro allestito dal governo. Le condizioni sono incredibili. Si tratta di una grande struttura senza pareti se non basse recinzioni che dividono gli spazi dove i "pazienti" vivono e dormono. Un open space senza nessuna privacy con i mini-alloggi che sembrano gli stand di una fiera. 

 

Stesso discorso nei bagni, con evidenti problemi igienici e di riservatezza. "Con ci sono docce, bisogna lavarsi con la bacinella" spiega l'italiano che mostra i locali del centro Covid e i pazienti, tutti positivi, che girano per la struttura con la mascherina. "Qui c'è gente dal 20 di marzo", spiega il giovane che fa sapere di aver contratto il Coviod anche durante una delle prime ondate della pandemia, ma di aver passato la quarantena in casa perché centri come quello in cui è finito ora erano pieni.  

 

Il lockdown di Shanghai coinvolge 25 milioni di abitanti e non è chiaro quale sia la reale situazione della città, vista la ferrea censura della Cina sull'informazione. Sui social girano video, difficili da verificare nella loro autenticità, di persone rinchiuse per giorni in un autobus senza cibo e acqua dopo che un  un caso di Covid è stato individuato a bordo. 

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