Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Ema valuta l'ok al vaccino Sanofi, l'Italia ha prenotato 10 milioni di dosi. Rischio flop bis dopo Novavax

Dario Martini
  • a
  • a
  • a

L'Agenzia europea del farmaco (Ema) ha iniziato a valutare la domanda di autorizzazione all'immissione in commercio condizionata per Vidprevtyn, il vaccino anti-Covid sviluppato da Sanofi, società francese specializzata nella ricerca e produzione di vaccini. Questa decisione «fa seguito a una revisione continua - spiega l'Ema- iniziata a luglio 2021». Qual è il meccanismo d'azione previsto del siero? «Si tratta di un vaccino a base di proteine che contiene una versione prodotta in laboratorio della proteina spike presente sulla superficie del coronavirus SARS-CoV-2», spiega l'Aifa che rilanciò lo scorso luglio la decisione del comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell'EMA di avviare la revisione ciclica (rolling review) di Vidprevtyn.

 

 

Questo vaccino contiene anche un «adiuvante», una sostanza che contribuisce a rafforzare le risposte immunitarie. Una volta iniettato il vaccino, «il sistema immunitario della persona vaccinata riconoscerà la proteina spike come estranea e risponderà producendo anticorpi. Qualora, in un momento successivo, la persona vaccinata dovesse entrare in contatto con il SARS-CoV-2- conclude l'Aifa- il suo sistema immunitario riconoscerà la proteina virale e sarà pronto a difendere l'organismo contro il virus». Se l'Ema concederà l'immissione in commercio del siero Sanofi, tra i primi beneficiari ci sarà l'Italia. Il nostro Paese, infatti, ha già prenotato 10 milioni di dosi. Per la precisione sono 9.964.800, al prezzo di 41,5 milioni di euro (9,7 milioni già liquidati). Il commissario Figliuolo, che oggi lascia l'incarico ricoperto per tredici mesi, ha inserito l'acquisto di questo vaccino nella lista degli affidamenti di forniture per l'anno 2021. La procedura è europea, infatti rientra tra gli ordinativi previsti a seguito degli accordi sottoscritti dalla Commissione Ue con gli Stati membri. L'acquisto del vaccino ancora non autorizzato, sebbene abbia per l'Italia certamente degli aspetti positivi (Sanofi ha scelto i laboratori di Anagni per una parte consistente della produzione) desta anche alcune perplessità.

 

 

Quando il nuovo prodotto sarà a disposizione per l'utilizzo di massa sarà forse troppo tardi. Ne è una dimostrazione cosa sta accadendo con Novavax, l'ultimo vaccino arrivato in Italia un mese fa. Finora sono state somministrate solo 30mila dosi, appena il 3% di quelle disponibili. La campagna vaccinale ha raggiunto il 90% delle persone con più di 12 anni. Presumibilmente la richiesta tornerà a crescere il prossimo autunno. Ma per quella data il virus potrebbe aver subito ulteriori mutazioni e i vaccini potrebbero richiedere degli «aggiustamenti». Senza contare che un big del settore come la Pfizer ha già annunciato il lancio di un siero "universale", in grado di proteggere con una sola iniezione tanto dal Covid che dalla "vecchia" influenza. Serviranno, in quel contesto, le dieci milioni di dosi di Sanofi/Gsk in parte già pagate? Il direttore dell'Aifa ha già avuto modo di spiegare che, nel caso, saranno donate.

 

Dai blog