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Fasce più deboli in pericolo. Scoppia la guerra del grano: cibo a rischio per i poveri

Filippo Caleri
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C'è un altro aspetto che inizia a far paura ai governi europei determinato dalla guerra in Ucraina. La parola meno dura è: difficoltà di comprare cibo per le famiglie più povere. Quella che in pochi osano pronunciare, anche perché rimanda a scenari previsti solo tra i cosiddetti «cigni neri» (gli eventi imprevedibili per la finanza che possono anche verificarsi) è: carestia. Ovvero il concorso di più elementi, non solo il conflitto ma anche la siccità e gli acquisti alimentari di grandi Paesi, che rischiano di portare la fame nei paesi ricchi. Non quella che patiscono già chi vive in povertà assoluta ma anche fasce di popolazione media colpite da inflazione, aumenti dei prezzi dei beni alimentari e diminuzione del potere d'acquisto. Il quadro sulle tensioni dei prezzi del grano lo ha messo in evidenza ieri il sottosegretario dell'Agricoltura, Gian Marco Centinaio: «Il problema del grano per l'Italia esiste da un anno quasi, con un 2021 devastante con un -30% di produzione in Russia e Ucraina». Centinaio ha aggiunto: «Che la Cina lo scorso anno ha preso grano da vari paesi facendo speculazione. Ed ecco la tempesta perfetta e noi ci siamo dentro». Non è solo il grano a preoccupare.

 

 

Il problema è sul mais e sul girasole, da cui derivano prodotti usati quotidianamente come, ad esempio, l'olio di semi di girasole. «Sul mais e il girasole - ha spiegato aiutiamo gli agricoltori italiani per piantarli, perché è ancora la stagione giusta. Li stiamo aiutando dal punto di vista economico e burocratico perché se va in crisi il mais, va in crisi tutta la zootecnia italiana». La soluzione non è facile. È possibile l'importazione da Stati Uniti, sebbene i tempi siano molto lunghi (traversata dall'Atlantico) e anche di sicurezza alimentare (il trattamento con insetticidi potenzialmente tossici). «Già importiamo dal Canada, per cui la leggenda metropolitana del Glifo sato 2 viene tirata fuori quando ci sono crisi come quella attuale. Quello è il minore dei problemi perché già usiamo grano trattato con quello» ha aggiunto. Problema più serio sono gli Ogm dal momento che lo è quello degli Stati Uniti. Fin qui la situazione attuale che rischia di tramutarsi in un problema più serio a breve. E cioè appunto quando la scarsità di materie agricole farà sentire i suoi effetti sul carrello della spesa. L'Unione europea lo ha già messo in conto. La Commissione europea presenterà domani una comunicazione su come salvaguardare la sicurezza alimentare.

 

 

Il pericolo evidenziato nelle bozze che circolano è che, a essere a rischio, è soprattutto l'accesso ai generi alimentari per le fasce sociali più deboli. Quelli a basso reddito, già colpite dallo shock energetico, e che ancora soffrono per le conseguenze economiche del Covid. Una fascia che tende ad allargarsi e non a restringersi. C'è anche un secondo problema secondo Bruxelles. E cioè la qualità degli alimenti che tende a scadere negli acquisti. Una situazione già vista nel 2008, altro periodo di forti aumenti dei prezzi, quando le famiglie sono passate a prodotti più economici che tendono a essere cibi ricchi di calorie e poveri di nutrienti, dunque meno frutta e carne sostituita ad esempio dalle uova. Un problema che si risolve con maggiori investimenti agricoli sul suolo europeo prima di ritrovarsi in situazioni come quelle del Nord Africa quando per l'incremento del costo dei generi alimentari partirono le ribellioni della primavera araba. Per ora l'allarme non c'è in Italia: «C'è la difficoltà evidente di garantire il reddito agli agricoltori, ma non ci sono segnali critici rispetto agli approvvigionamenti, non avremo gli scaffali vuoti», ha detto il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli. Ma Coldiretti ha comunque ricordato che l'aumento dei prezzi sta mettendo a rischio la sicurezza alimentare di ben 5,6 milioni di italiani che vivono in condizioni di povertà. L'associazione guidata da Ettore Prandini ha chiesto di sbloccare al più presto 200 milioni di euro per acquistare alimenti di base da consegnare agli indigenti.

 

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