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Il governo mette una pezza: 15 milioni per le famiglie dei medici morti di Covid

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Il Governo, secondo quanto stabilito nella cabina di regia, è pronto a stanziare 400 milioni di euro per le spese Covid delle Regioni, anche per far fronte agli aumenti delle bollette degli ospedali e delle strutture sanitarie. L’intervento era stato chiesto dal ministro della salute Roberto Speranza. Sale poi, secondo quanto viene riferito da 10 a 15 milioni la dotazione del fondo a favore dei famigliari di medici, personale infermieristico e operatori socio-sanitari che, nel corso della durata dello stato di emergenza abbiano contratto, in conseguenza dell’attività di servizio prestata, una patologia alla quale sia conseguita la morte per effetto diretto o «come concausa» del contagio da Covid.

 

 

«Soddisfazione per l’intervento del Governo, che, a quanto si apprende, ha messo all’ordine del giorno oggi, in Consiglio dei Ministri, il finanziamento di un fondo destinato alle famiglie dei medici e odontoiatri morti per il Covid e privi di copertura Inail. È una questione di giustizia, un fatto etico prima ancora che economico. Ringraziamo il Ministro della Salute Roberto Speranza e la Ministra delle Pari Opportunità Elena Bonetti che, facendosi interpreti della richiesta avanzata dalla Fnomceo, hanno preso a cuore la causa e se ne sono fatti promotori, il Presidente del Consiglio Mario Draghi e il Governo tutto». Così il presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici, Filippo Anelli. Sono 370 i medici e gli odontoiatri morti durante la pandemia: di questi, 216 erano medici di famiglia, del 118, guardie mediche, specialisti ambulatoriali, liberi professionisti; 30 gli Odontoiatri. 

 

 

«Si viene così a sanare una grave ingiustizia, che vedeva abbandonate a se stesse circa 250 famiglie, che al dolore per la perdita aggiungevano la tribolazione economica - spiega Anelli -. Mentre infatti i medici dipendenti hanno copertura Inail, questo non vale per i liberi professionisti e per medici convenzionati, che costituiscono oltre la metà dei medici scomparsi. Nessun risarcimento da parte dello Stato è andato quindi a queste famiglie, che hanno pagato il prezzo più alto per il bene di tutti noi, degli oltre dieci milioni e settecentomila guariti e dell’intero Paese. Ringraziamo l’Enpam, l’Ente previdenziale dei medici e degli odontoiatri, che si è fatto carico di qualche aiuto, la Fondazione Diego Della Valle, per aver avviato una raccolta fondi, l’Onaosi, per aver aperto anche agli orfani dei sanitari caduti non contribuenti, permettendo loro di studiare nel collegio unico di Perugia, grazie anche a una donazione fatta all’AMMI, l’associazione delle mogli dei medici. Sono tutte iniziative meritorie, ma era giusto far sentire, finalmente, la voce dello Stato».

 

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