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L'Inps manda in rosso Amatrice: chiede gli interessi sui contributi non pagati al tempo del terremoto

Leonardo Ventura
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L'amministrazione comunale di Amatrice chiama in causa l'Inps. E le sue richieste di pagamento di interessi e more che rischiano di mandare in default le casse del comune laziale. Oltre al danno del terremoto, che nel 2016 distrusse completamente la cittadina in provincia di Rieti, adesso pare che all'orizzonte si affacci anche la beffa. Se l'istituto di via Ciro il Grande non verrà incontro alle difficoltà finanziarie dell'ente locale il rischio concreto è quello di un probabile default. Il bilancio dell'anno prossimo potrebbe, infatti, chiudere con un passivo di quasi 70 mila euro, qualora non arrivasse un ristoro o comunque una soluzione. A denunciare la situazione è stato il sindaco di Amatrice, Giorgio Cortellesi, il quale, insediatosi a ottobre scorso, a soli cento giorni di amministrazione, si è trovato a gestire un problema contabile di oltre quattro anni fa. L'Inps, infatti, ha rivendicato circa 60 mila euro di interessi sui contributi di una quarantina di dipendenti pubblici versati con ritardo dal Comune, tra l'agosto del 2016 e il febbraio del 2017. Uno stop ai versamenti motivato dalla difficoltà di far fronte ai pagamenti a seguito del sisma che ha colpito la cittadina. Non solo.

 

 

A questa somma si aggiungono anche altri circa 8 mila euro di mora. Una cifra cospicua che intanto il Comune di Amatrice ha erogato all'ente guidato da Pasquale Tridico «per non esporre l'ente al ricatto della concessione del Durc, che vincola le attività amministrative alla regolarità dei versamenti, pena il blocco delle attività», ha spiegato il sindaco Cortellesi. Tuttavia considerata la sofferenza delle casse comunali, determinata anche dalla totale esenzione dai tributi alla cittadinanza prevista a seguito del terremoto, ora l'ente rischia di non reggere il colpo e di andare in rosso il prossimo anno. «L'amministrazione allora in carica, pur avendo provveduto miracolosamente a erogare gli stipendi, non era riuscita a pagare i contributi Cpdel e Inadel dei propri dipendenti» ha spiegato il primo cittadino di Amatrice in una lettera all'ente previdenziale. «La città era devastata dal sisma - ha ricordato -, stretta in un dolore profondo e il Comune, come struttura e uffici, era inesistente, il personale era impossibilitato a operare». Immagini note, che hanno commosso il mondo e che oggi sembrano dimenticate davanti all'applicazione delle norme.

 

 

«L'Inps, in questi anni, oltre a insistere sui contributi, ha continuato a pretendere pure gli interessi di mora per mancato versamento» ha commentato il sindaco. Già, perché «la sospensione, ovvero il differimento dei termini per gli adempimenti e per i versamenti contributivi disposti con legge sono limitate al solo settore privato. Non sono, infatti, destinatari delle stesse i soggetti rientranti nelle Pubblica amministrazione», si legge nella lettera dell'Istituto nazionale di previdenza sociale inviata al Comune di Amatrice. Per il sindaco si tratta di «una motivazione paradossale che discrimina amministrazioni come Amatrice che, oltre ai danni del terremoto, hanno dovuto fronteggiare una mancanza totale di risorse, da cui gradualmente stanno rialzandosi». Ed è amaro constatare che «Amatrice viene ricordata solo per le passerelle e le promesse» ha concluso Cortellesi.

 

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