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Più ricoveri tra i vaccinati. I dati dell'Iss sfatano la propaganda sugli ospedali pieni di no vax

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Dario Martini
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C’è un mantra che viene ripetuto all’ossessione nel nostro Paese. È il seguente: «Gli ospedali sono pieni di non vaccinati. Ci sono quasi solo loro». Se non ci fossero i no vax - è il messaggio - i reparti sarebbero vuoti e non ci sarebbe bisogno di ulteriori restrizioni, a partire dal super green pass. Eppure, i dati ufficiali, quelli pubblicati dall’Istituto superiore di sanità, raccontano un’altra realtà. L’ultimo bollettino di sorveglianza pubblicato sabato scorso, relativo al mese che va dal 22 ottobre al 21 novembre, parla chiaro. I no vax ricoverati, tra reparti ordinari e terapie intensive, sono poco più di cinquemila. Per l’esattezza, 5.020. I vaccinati, invece, sono 5.273.

 

Una dato, però, è certo: se non ti vaccini hai un rischio molto più alto di finire ospedale. Un rischio che cresce ancora di più se consideriamo le conseguenze più gravi. La riprova viene sempre dall’ultimo bollettino dell’Iss. I vaccinati in Italia al momento della rilevazione erano più di 44 milioni (tra prime, seconde e terze dosi), i non vaccinati poco più di 7 milioni. Il tasso di ospedalizzazione dei non vaccinati è di 83.9 casi su 100mila. Quello dei vaccinati entro 5 mesi è di 7,8 su 100mila. Il no vax, quindi, corre un rischio dieci volte più alto. La differenza è ancora più marcata nelle terapie intensive, dove il non vaccinato ha un tasso di ricovero pari a 11,4 su 100mila, il vaccinato entro 5 mesi di 0,7 su 100mila. Quindi, il rischio per il non vax è 16 volte superiore.

 

Il punto, però, è un altro. I numeri ufficiali dell’Iss smentiscono l’assunto per cui in ospedale ci siano più no vax. È il contrario. Le corsie sono piene di vaccinati così come di non vaccinati. E questa situazione, almeno nel breve periodo, finché le terze dosi non avranno prodotto l’effetto sperato, non è destinata a cambiare. Quindi è giusto concentrarsi su coloro che rifiutano i sieri anti-Covid, come fa il governo, ma sarebbe altrettanto necessario porre attenzione a cosa sta accadendo alla popolazione vaccinata.

Analizzando ancora più nel dettaglio i dati dell’istituto guidato da Silvio Brusaferro, scopriamo che i ricoveri non gravi dei non vaccinati sono 4.402, molti meno di quelli dei vaccinati, pari a 4.900, di cui 247 con ciclo incompleto, 1.616 con ciclo completo entro 5 mesi, 2.916 da più di 5 mesi e 121 con terza dose. Il rapporto, invece, si inverte nelle terapie intensive. Qui, sì, sono ricoverati più non vaccinati rispetto ai vaccinati. I primi sono 618, gli altri 373, di cui 17 con ciclo incompleto, 170 con ciclo completo entro 5 mesi, 188 da più di 5 mesi e 8 con terza dose. È la dimostrazione che i vaccini assicurano un’alta protezione dal virus. Un dato che dovrebbe aiutare i più riottosi a convincersi a immunizzarsi. Perché i 618 non vaccinati in rianimazione devono essere messi in rapporto a una popolazione di riferimento di 7.291.722 italiani. Mentre i 373 vaccinati in terapia intensiva vanno considerati su una platea di 44,7 milioni di immunizzati.

 

In Italia, attualmente, ci sono poco meno di 6,2 milioni di non vaccinati. Qualche spostamento ci potrà essere, ma è difficile che questo numero possa calare in modo considerevole. Chi è contrario al siero molto probabilmente continuerà ad esserlo. Certo, se iniziassero a vaccinarsi, la metà di ricoveri che fa capo a loro comincerebbe a calare. Ma resterebbe, comunque, quell’altra metà. Quella dei vaccinati.
 

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