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Covid, l'Ema scarica le responsabilità della terza dose: la Ue si lava le mani sul vaccino

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La decisione sulla necessità di inoculare o meno una terza dose di vaccino Covid arriverà tra poche settimane. Lo ha annunciato l'Agenzia europea per i medicinali (Ema) che ha fatto il punto sulle valutazioni in merito ai vaccini. Per ora la terza dose è raccomandata per coloro che hanno un sistema immunitario debole e che potrebbero avere una risposta alla vaccinazione più bassa della media. Il Comitato per i medicinali umani dell'Ema condurrà una valutazione accelerata dei dati forniti dalle aziende che include i risultati di uno studio in corso su circa 300 adulti che hanno ricevuto la terza dose dopo circa sei mesi dalla seconda. "L'esito di questa valutazione è attesa in poche settimane", ha detto il responsabile della strategia sui vaccini di Ema, Marco Cavaleri, in conferenza stampa.

 

 

Sei mesi è l'ipotesi a cui si sta lavorando, il tempo in cui si stima che gli effetti del vaccino sulla quantità di anticorpi possano iniziare a diminuire. "E' ancora incerto quando le dosi di richiamo dovrebbero essere somministrate e il timing può variare tra la popolazione, l'Ema ha iniziato a valutare un'applicazione per l'uso di una dose di richiamo Pfizer da dare almeno sei mesi dopo la seconda dose per le persone maggiori di 16 anni", ha spiegato Cavaleri. Nei giorni scorsi l'agenzia aveva già annunciato che stava studiando l'ipotesi di raccomandare l'introduzione delle dosi richiamo dei vaccini Pfizer e Moderna. Ma in attesa di avere dati certi e completi l'Ema ha comunque ribadito che gli Stati possono già da ora introdurre piani che prevedano la terza dose di richiamo. L'Ema sta anche analizzando dati sulla somministrazione di vaccini Covid ai bambini sotto i 12 anni e si aspetta di ricevere dei dati in autunno su alcuni vaccini per vedere se ci sono benefici per i bambini tra 5 e 11 anni.

 

 

Quanto all'approvazione di nuovi vaccini, procede la valutazione di Curevac, il siero dell'omonima casa farmaceutica tedesca: "Ha consegnato dei risultati, valuteremo questi dati nelle prossime settimane e vedremo che tipo di conclusioni possiamo tratte da questi dati", ha detto Cavaleri. Sul vaccino statunitense Novavax, l'agenzia europea per i medicinali si è impegnata "nelle prossime settimane per vedere se ci sono progressi nella manifattura e se si possono trarre conclusioni". Una valutazione su questo vaccino è attesa entro la fine dell'anno. Con entrambe le case farmaceutiche la Commissione Ue ha già stretto accordi di acquisto anticipato, in attesa dell'approvazione dell'Ema. Quanto ai vaccini usati già in altri Paesi terzi, il russo Sputnik e il cinese Sinovax, "le discussioni con le aziende sono abbastanza costruttive ma abbiamo bisogno di ulteriori dati per progredire con la revisione clinica, pertanto è difficile capire quali sono i tempi di valutazione", fa sapere il responsabile della strategia sui vaccini. Intanto progressi sono stati fatti anche sulle cure della malattia. Allo studio tre nuovi agenti immunomodulatori, che dovrebbero essere usati per i pazienti ospedalizzati, e quattro differenti prodotti anticorpi monoclonali "con lo scopo di trattare infezioni lievi di Covid, evitare la sua progressione e in alcuni casi anche di prevenire il Covid".

 

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