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Non è l'Arena, la verità sul vaccino di Andrea Scanzi. Cosa dice la Asl: perché gli italiani non lo devono ringraziare...

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Sono tanti, tra persone fragili e ultraottentenni, che non sono ancora riusciti ad avere accesso al vaccino contro il Covid. Tutto mentre il giornalista Andrea Scanzi ha ammesso candidamente di essersi iscritto ad una lista di “riserve” - di cui i suoi stessi corregionali toscani ignoravano finora l’esistenza - e di aver ricevuto il vaccino prima di chi, per età o patologie, ne ha più bisogno. A Non è l'arena, la trasmissione di Massimo Giletti su La 7, domenica 21 marzo si è aperto un feroce dibattito.

 

La giustificazione del 46enne giornalista del Fatto Quotidiano è che lui è figlio unico di genitori fragili: il suo gesto, dunque, è stata un’accortezza per non metterli a rischio. 

 

Evaristo Giglio, direttore sanitario del distretto di Arezzo, dove Scanzi ha fatto il vaccino AstraZeneca, racconta com’è andata: “Una confezione del vaccino AstraZeneca, per esempio, ha dieci dosi. Una volta aperta vanno utilizzate tutte le dosi, altrimenti potrebbero andar perse. Per questo motivo abbiamo le cosiddette “riserve” che, se ci garantiscono che in venti minuti riescono a raggiungere il centro vaccinale, possono essere immunizzate e si evita di buttare le dosi. Questo è quanto auspicato anche dallo stesso generale Figliuolo, con la sua ordinanza. Con questo spirito noi abbiamo cercato di evitare questi sprechi”.

Tuttavia, fa presente Giletti, secondo la testata TPI che ha sollevato la questione, questa famosa lista di “riserve” era pressoché segreta, non era online e comunque i cittadini non ne erano a conoscenza. “Una lista scritta a mano”, rintuzza Giletti. Perché Scanzi è riuscito ad entrarci ed altri, che ne avevano magari più necessità, invece no?

 

Risponde Giglio: “Noi ci siamo attrezzati prima che uscisse l’ordinanza di Figliuolo. Quindi prima di organizzare una lista online, abbiamo fatto una lista cartacea di persone che o erano state chiamate e poi non si erano più vaccinate per qualche motivo oppure persone disabili che erano state segnalate da direttori sanitari. Oppure Forze dell’Ordine che avevano saltato il loro turno. Insegnanti”.

Incalza Giletti: “Ma anche i giornalisti erano in questa lista?”. E Giglio: “Scanzi mi venne segnalato verso il 20/22 febbraio dal suo medico curante che mi chiedeva, qualora fosse rimasta una dose disponibile, lui l’avrebbe fatta per tutelare appunto i genitori vulnerabili, vaccinabili quindi col il vaccino Moderna. In questo contesto, Scanzi rientrerebbe nella categoria prevista anche nella prenotazione online che abbiamo approntato questi giorni. Quindi è tutto regolare. Anche perché dal 20 febbraio a quando poi si è vaccinato - un mese dopo - gli sono passati avanti altre persone che ne avevano più diritto”. Ma stiamo comunque parlando di una regione, la Toscana, ultima in Italia per numero di vaccinati con più di 80 anni di età, e di un diritto quantomeno discutibile:  quanti in Italia hanno genitori anziani? 

La cosa assurda, infatti, è che nemmeno i genitori di Scanzi sono stati ancora vaccinati. Pierpaolo Sileri, sottosegretario alla Salute, comunque difende il gesto di Scanzi per due motivi: uno perché si è vaccinato con AstraZeneca, al centro di polemiche in questi giorni, e poi perché, visto che in tanti non si sono presentati proprio per i timori di reazioni avverse, il suo gesto - visto il seguito social che ha il giornalista - è comunque di buon esempio.

Scanzi, sui social, si difende: “Questa polemica è ridicola e vomitevole. La mia vaccinazione era lecita, autorizzata e legale. La rifarei. Una vaccinazione per la quale larga parte degli italiani dovrebbe ringraziarmi. Perché l’ho fatta in un momento storico nel quale nessuno, o quasi, avrebbe voluto sottoporsi al vaccino AstraZeneca. E io volevo dare un segnale agli italiani: io mi fido della scienza”. 

Peccato che l'"esempio" di Scanzi non nasce , come rivendicato dal giornalista, dalle parole di Figliuolo (pur di non buttare le dosi vaccinate chi passa) e dalla volontà di daare un segnale dopo lo stop precauzionale ad AstraZeneca deciso da molti Paesi Ue e poi ritirato. Infatti, come spiega il direttore dell'Asl di Arezzo, Scanzi aveva chiesto di essere vaccinato - seppur come "riserva" - un mese fa. 

E ci scappa la battuta del vignettista Vauro: “Il virus che può aver contratto Scanzi è il vanesiovirus”. Giletti, preso atto che tutto, anche se in maniera un po’ contorta, è avvenuto in maniera legale, rimarca però che non esiste che nel 2021 si facciano ancora le “liste scritte a mano” che lasciano adito a poca trasparenza e facile manipolazione. E in un periodo come questo non possiamo proprio permettercelo.  

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