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Stati Generali: Conte, ascolta loro. L'imprenditore fiorentino: italiani senza soldi e stranieri assenti

Davide Risoluti titolare di una vineria a Firenze: «È una tragedia»

Massimiliano Lenzi
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La realtà è più forte di tutto. Anche (e soprattutto) di tutti gli Stati Generali di questo mondo, Italia e Giuseppe Conte compresi. Per questo abbiamo intervistato Davide Risoluti, imprenditore fiorentino, titolare della «Vineria del Re» in piazza della Repubblica a Firenze, cuore del capoluogo toscano, un uomo che con la realtà del proprio lavoro, le fatiche di sbarcare il lunario dei suoi collaboratori e le difficoltà del dopo lockdown fa i conti tutti i giorni. Da settimane. 

 

«A Firenze - spiega Risoluti - è una tragedia; la periferia ha un po’ ripreso ma nel centro, dove l’amministrazione aveva solo agevolato il turismo, che oggi non c’è, è tutto fermo. Turisti zero, abbiamo pochissimo turismo interno, di italiani, che però non hanno molti soldi da spendere, magari possono entrare nei musei, perché ci sono le convenzioni, ma per il resto non spendono. E giustamente, perché molti sono in cassa integrazione od hanno orari di lavoro ridotti». 
Cosa chiede a Conte ed agli Stati Generali che cominciano oggi?
«Al premier Conte, che oggi comincia questi Stati Generali, chiedo questo. Primo, ammortizzatori sociali per le imprese ma ammortizzatori reali. Nel senso che dare i crediti di imposta, come hanno dato, a chi paga affitti importanti ed ha attività commerciali non serve davvero a nulla. I crediti di imposta andavano dati ai proprietari dei fondi, loro sicuramente incassando l’affitto potevano portarli in detrazione l’anno prossimo. Noi che abbiamo attività commerciali no». 
Delle tasse che mi dice? 
«Sulle tasse bisognerebbe fare almeno un semestre bianco. Le tasse vanno sollevate e non rimandate, perché un sacco di scadenze non sono state tolte e non sappiamo quando andranno pagate. Serve almeno un periodo bianco fino al 2021». 

 


Agli Stati Generali ci saranno anche i grandi notabili europei. Gli mandi un messaggio?
«A parole sono tutti amici dell’Italia. L’Europa senza Italia non esiste, l’Italia ha fatto l’Europa nella storia ed è l’Europa. Dobbiamo ricordarci che l’Europa si bagna grazie a noi, nel Mediterraneo. E grazie a noi fa i conti con gli scambi commerciali e con il controllo della immigrazione dalla Libia». 
Come se la passano i suoi collaboratori? 
«Noi abbiamo riaperto ed abbiamo il 30% del personale che avevamo prima, con pure la cassa integrazione che è arrivata in ritardo. Purtroppo abbiamo un crollo degli arrivi, e con il crollo del turismo abbiamo avuto un calo della clientela e facciamo fatica a mantenere i collaboratori che avevamo già dentro. Altro aspetto grave poi, è che per i privati non siano stati bloccati né affitti né bollette e quindi il problema diventa la sopravvivenza quotidiana, non solo per chi lavora al commercio ma anche per i privati cittadini». 
 

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