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Crisanti sfida Zangrillo. Pure sulla seconda ondata è guerra tra virologi

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Il coronavirus è clinicamente morto e parlare di una seconda ondata è come prevedere la neve a dicembre. A ribadirlo a L'aria che tira è Alberto Zangrillo, primario dell'ospedale San Raffaele Milano. Non è d'accordo Andrea Crisanti, direttore di Microbiologia e virologia all'Università di Padova. "Se il professor Zangrillo fosse andato a Vo' nella prima settimana di gennaio e avesse visto le persone che magari erano positive al virus avrebbe detto che il virus clinicamente non esisteva. Poi si è visto quello che ha fatto", ha detto Crisanti ad Agorà. "Questo virus ancora non lo comprendiamo bene, non comprendiamo perché raggiunta una soglia critica, le persone cominciano ad ammalarsi in modo grave. Penso che avremo sorprese dall’analisi sierologica di tutta Italia. Se il 23 febbraio a Vo' era del 5% io penso che in alcune zone della Lombardia sarà arrivato sopra il 30%", dice Crisanti. 

 

Zangrillo, primario dell'ospedale San Raffaele Milano, è tornano sulle affermazioni che hanno scatenato la polemica, ovvero che il virus è clinicamente morto. "Fare l'affermazione che ho fatto io non vuol dire esortare le persone a essere in qualche modo sconsiderate e poco responsabili. Le misure di distanziamento, di lockdown, di prevenzione sono servite per portarci a questo punto e ora vanno mantenute", ha detto il medico ospite di Myrta Merlino a L'aria che tira su La7.

Ora nel mirino di Zangrillo finiscono i profeti della seconda ondata. "Chiunque per le più svariate ragioni si possa permettere di dire che la seconda ondata ci sarà in autunno o in settembre o prima di Natale, dice delle cose che non hanno senso dal punto di vista scientifico. È come dire che a dicembre a Milano nevicherà. Questo per dire che noi ancora una volta dobbiamo tenerci aderenti alle evidenze".

Anche gli ospedali devono tornare alla normalità, secondo Zangrillo: "Abbiamo trascurato una serie di patologie che non devono essere trascurate a lungo, altrimenti creiamo un altro gravissimo problema".

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