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Dacia cambia indentità

Simone Vitta
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Lo scorso anno, Dacia ha iniziato una vera rivoluzione concettuale e progettuale, che ha investito tutta la catena produttiva e distributiva. Innanzitutto un nuovo logo, più moderno e muscoloso, capace di trasmette, obiettivamente, un certo carattere e di anticipare i dettami di un marchio, che punta ad essenzialità ed ecologicità (dallo scorso dicembre ad oggi, le Dacia del nuovo corso sono state già scelte da 37.000 utenti). Bandite anche le cromature, che spariranno gradualmente da tutti i modelli, via la pelle per gli interni e tanto altro. L’utilizzo di plastiche riciclate, che verranno usate anche per componenti esterni della carrozzeria, entro il 2024, dovrebbe arrivare al 20%. 


A breve, poi, saranno disponibili app di tutti i tipi: tramite smartphone, attivando la telecamera frontale, l’auto sarà in grado di percepire la stanchezza del guidatore e non solo e, dal concessionario, si può già accedere ad immagini in realtà aumentata, anche di modelli non presenti, con dovizia di particolari debitamente ingranditi. Abbiamo fatto una chiacchierata con i vertici aziendali, presso la concessionaria Paglini di Milano, la prima ad essere in linea con i nuovi standard Dacia. «In Italia – ha detto Guido Tocci, managing director Dacia Italia – abbiamo 86 strutture di vendita, tutte con doppio mndato Dacia/Renault e tutte dovranno adeguarsi ai nuovi standard, ma non è escluso che possano arrivare anche delle monomandatarie». 
Ora vediamo qualche numero: a fronte di un mercato auto nazionale al ribasso del 10%, Dacia cresce del 9% e si assesta al 6° posto assoluto per vendite totali ed al 3° per vendite a privati (settore in calo, in Italia, del 16%); il valore residuo del mezzo, facendo sempre i debiti paragoni tra 2021 e 2022, fa un altro balzo in avanti e, calcolando un arco di utilizzo di 3 anni e 45.000 km, guadagna 3 punti (passando dal 47,1% al 50,1%), il che in soldoni, si traduce in un aumento del valore del mezzo, di circa 1.301 euro; per quanto riguarda il mercato bifuel GPL, Dacia seguita a regnare incontrastata. 


Quella di Dacia è una rivoluzione annunciata, nel 2021, da Luca De Meo (CEO del Gruppo Renault), con la presentazione del piano «Renaulution» (14/1/2021), che ha puntato su una suddivisione del gruppo in 4 unità e Dacia-Lada è rimasta assegnataria del comparto: modelli economici ed efficaci. Una volta, inutile negarlo, i gettonatissimi prodotti Dacia venivano considerati quasi «Low cost», ma ora il nuovo motto è: «Best value for money». Non più, dunque, prodotti intesi come forieri di scarsa qualità percepita e tecnologie, diciamo, non freschissime.<QA0>
 

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