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Le lacrime di Galeazzi per Maradona: io chiuso negli spogliatoi per l'intervista della vita

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Chiudersi negli spogliatoi del San Paolo con l’aiuto del preparatore atletico del Napoli Salvatore Carmando. L’intuizione è di Giampiero Galeazzi il 10 maggio 1987, il resto lo fa il genio di Maradona nel racconto del primo scudetto azzurro. «Diego era uno spettacolo - ricorda il giornalista - a livello personale prima ancora che come calciatore. Aveva grande sensibilità ed intelligenza. Quando sono sceso negli spogliatoi ho avuto l’intuizione di dargli il microfono, lui si è trasformato in showman comportandosi come un esperto telecronista. Lì ho capito che l’uomo era superiore». 

 

Un’intervista che vale una carriera. «Pesa moltissimo - aggiunge - perché in mezzo a tante partite e telecronache è stato il momento più alto che ho raccontato, mi ha aperto la porta della storia televisiva perché quell’intervista ha fatto il giro del mondo, anche grazie a lui». 

 

La voce di Galeazzi è addolorata dal lutto. «Sono colpito negli affetti, perché il nostro rapporto non era solo tra giornalista e calciatore ma quello di due amici. Alla fine delle partite andavamo a mangiare la pizza con Carnevale nei locali storici di Napoli, lui mi prendeva in giro e mi faceva le battute sulle telecronache. “Che cazzo dici Galeazzi? Pure io sono campione del mondo, eh!”». Nessun dubbio sulla giocata simbolo, il gol del secolo all’Inghilterra ai Mondiali 1986. «C’ero anche lì ed è stata sicuramente la più importante».

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