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di FEDERICO BERNARDI PARIGI — Vince il Barcellona, ma soprattutto ha vinto il calcio.

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A Parigi si è assistito a una gara davvero traboccante di emozioni e sussulti con le due squadre che si sono giocate a viso aperto questa coppa. Una gara che ci estranea per una sera da ciò che succede in casa nostra. Noi vogliamo un calcio come quello ammirato allo Stade de France. Complimenti al Barcellona campione ma anche all'Arsenal, in vantaggio fino al 76'. Sia Rijkaard che Wenger schierano le migliori formazioni possibili ma non quelle preannunciate alla vigilia. Da una parte Van Bommel scalza Iniesta, dall'altra spazio a Pires al posto di Reyes. I blaugrana si affidano al classico modulo con le tre punte che, poi, due di queste, vere e proprie punte non sono dato che è calcisticamente impensabile definire attaccanti puri Giuly e Ronaldinho anche se la loro imprevedibilità sotto porta fa invidia ad una percentuale mostruosa di centravanti. Stesso discorso vale per l'Arsenal: addirittura i Gunners giocano con cinque centrocampisti alle spalle dell'unica punta Henry, anche lui non un attaccante classico ma comunque fenomenale quando c'è da spedire il pallone in fondo al sacco. Lasciando da parte adesso le valutazioni tecnico - tattiche della cinquantunesima finale di Champions League, passiamo alle emozioni della gara. Che inizia in modo spumeggiante. Già al 2' grosso brivido in area spagnola perché Henry si beve Marquez, rimanendo a tu per tu con Valdes che si supera con un intervento superbo. La risposta dei catalani arriva all'8': Giuly prova la conclusione in diagonale ma trova Lehmann attentissimo. Al 17', poi, accade l'incredibile. Magia di Ronaldinho che mette Eto'o di fronte a Lehmann che, ingannato dal dribbling della punta ivoriana, lo atterra ma la sfera arriva a Giuly che insacca a porta vuota. 1 - 0 blaugrana dunque? Secondo qualsiasi regolamento sì, tranne che per l'arbitro Hauge che non concede il vantaggio a Giuly ma la punizione al limite dell'area con tanto di espulsione per Lehmann. Arsenal in dieci e Barcellona defraudato. Che Hauge abbia parlato a suo tempo con Moggi….? Battute a parte, il match è intenso e vibrante. Spettacolo attimo dopo attimo. E lo spettacolo trova l'ennesimo picco al 37' quando Henry pennella un assist d'oro per Campbell che, grazie ad uno stacco imperioso, non lascia scampo a Valdes regalando il vantaggio all'Arsenal. Arsenal che però rischia fortemente di essere raggiunto al termine della prima frazione: ennesima magia di Ronaldinho per Eto'o - tutto è pronto per il pareggio - ma il palo nega la gioia alla formazione di Rijkaard. La ripresa si apre con il Barcellona all'attacco, ma l'Arsenal potrebbe raddoppiare facilmente l'Arsenal intorno al 70', peccato per Wenger che Henry si mangi una rete già fatta. Al 76' si conferma la grande legge del calcio: gol sbagliato, gol subito. Eto'o si fa perdonare il palo del 45' e, al 76',insacca il pareggio a due passi da Almunia con un rasoterra ravvicinato. Il Barca sotto le ali dell'entusiasmo continua ad attaccare, dimostrando di volere a tutti i costi la vittoria. Ed infatti così è. A dieci minuti dal termine Larsson vede benissimo l'inserimento di Belletti che, dopo aver bruciato in velocità Flamini, scaglia una sassata a pochi centimetri da Almunia che nulla può. I blaugrana centrano così il «double»: campionato e Champions.

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