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FIRENZE — Ha provato a sfidare il lato oscuro del calcio, quello del luogo comune del silenzio.

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E sfidando l'ovvio fastidio Juve, coglie l'occasione del raduno azzurro per tornare a parlare della sua domenica particolare: «Certo, la prossima volta ci penserò su prima ma non su quello che ho detto. Io non sono pentito di nulla». Zambrotta sa di essere diventato il caso della settimana, e non certo suo malgrado. «A Signori - l'esordio di Zambrotta, ironicamente sorpreso dall'aver per la prima volta tante telecamere addosso - rispondo in un solo modo: non sono neanche amareggiato. Al contrario, sono sereno: sono sempre stato onesto, non ho mai simulato nella mia carriera. Ora non voglio passare per cascatore, non è nel mio spirito». Però ammette che la lezione è stata utile. «L'esperienza è servita nessuno in campo mi ha tappato la bocca. Quel che è successo domenica non cambia il mio modo di intendere il calcio, ma la prossima volta ci penserò prima. La prova tv? Va bene contro i simulatori, ma allora va estesa a tutto il campo di gioco. E comunque non è il mio caso, perchè io non ho simulato«. Probabile che qualche bugia la dica anche (»Non ho rivisto le immagini tv, tranne che a Novantesimo minuto e non ho parlato con Moggi«, sostiene allargando un sorriso più esplicito delle parole), ma la conclusione di Zambrotta è chiara: sarebbe successo un episodio del genere in Inghilterra? «Non so se lì c'è una cultura diversa, ma sono certo che il calcio italiano non premi la furbizia».

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