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Chi l'ha visto, parla la madre di Denise Pipitone: "Cautamente speranzosi". Svolta sul caso: prelevato il dna

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Il caso di Denise Pipitone è tornato alla ribalta a 17 anni dalla scomparsa della piccola bambina siciliana. A riportarlo alla luce è stata una segnalazione a "Chi l'ha visto?" di un infermiera russa, in Italia dal 1999 (vive in Val Seriana), che sulla televisione russa, in un programma che riguarda le persone scomparse, ha accostato il volto di una ragazza che faceva un appello per trovare la propria famiglia dopo che era stata rapita da bambina a quello di Piera Maggio, madre di Denise. 

 

 

Nella puntata del 31 marzo del programma condotto da Federica Sciarelli su Rai 3 è stato approfondito il caso, mostrando diverse immagini di Olesya Rostova - la ventenne russa alla ricerca della famiglia - e paragonandole a quelle di Piera Maggio e di Denise Pipitone. E una somiglianza pare esserci, avvicinando il caso ad una svolta. Proprio la signora Maggio ha lanciato un messaggio: “Bisogna essere cautamente speranzosi. Non vogliamo illuderci più di tanto perché le segnalazioni passate non hanno portato a niente. Chiediamo che venga fatto il dna, l'unica prova che può servire. Ringrazio tutte le persone che non hanno dimenticato e che amano Denise, ci riempie il cuore la vicinanza e la solidarietà”.

 

 

E come rivelato da Giacomo Frazzitta, avvocato della Maggio, il test del dna in Russia è già stato effettuato e si attendono i risultati. E soprattutto la verità dopo tanti anni. Mentre tutti mantengono le dita incrociate per l’esito del prelievo il legale ha spiegato la situazione: “Una somiglianza con Piera Maggio c’è. In questi 17 lunghissimi e tormentati anni tante sono state le segnalazioni ricevute, tantissime le somiglianze come una goccia d’acqua. Tantissime sono state le delusioni che Piera ha dovuto ricevere. Questa storia collima con quanto avveniva nell’indagine e nell’inchiesta di Denise Pipitone. Nel 2005 c’era la pista 'zingara'.  Oggi logicamente questa storia ci fa saltare in aria, va verificato il dna e tutto di questa vicenda. In questi anni di segnalazioni ne abbiamo avute una quantità inaudita. Tante le ho messe da parte, ma questa storia vale la pena seguirla. Questi anni abbiamo avuto grande dolore, grande pathos, grande rabbia. La solitudine alla ricerca della verità è stata lenita dall’affetto di tutti. E la prova è questa donna di nazionalità russa, che ancora oggi a 17 anni di distanza ha connesso due storie internazionali. Ci serve - ha concluso Frazzitta - un colpo di fortuna, qualcuno che inciampi su Denise Pipitone, come può essere questo caso russo”.

 

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