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Sostenibilità, poche imprese italiane la integrano nel business

Dal cambiamento climatico alla finanza sostenibile, i risultati dello studio EY su 194 aziende quotate

AdnKronos
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Roma, 30 gen. - (Adnkronos) - Solo il 32% delle aziende italiane quotate definisce un piano di sostenibilità di medio-lungo periodo e solo il 17% presenta una descrizione estesa delle iniziative con obiettivi quantitativi correlati ai Sustainable Development Goals. E' quanto emerge da “Seize the Change”, studio EY condotto su un campione di 194 aziende quotate, che analizza la governance e le strategie di sostenibilità delle nostre aziende in tema di cambiamento climatico, approvvigionamenti sostenibili, economia circolare e finanza sostenibile. Cambiamento climatico. A livello di rendicontazione e comunicazione, le imprese italiane mostrano una buona maturità per quanto riguarda le loro emissioni dirette e indirette energetiche di gas serra: il 96% del campione analizzato rendiconta, infatti, su almeno una di queste due tipologie di emissioni. Lo stesso livello di maturità e di omogeneità non si riscontra però, ad oggi, sulla rendicontazione delle altre emissioni indirette associate alla value chain, rendicontate solo nel 30% dei casi. Dall'analisi emergono alcuni gap su cui le imprese saranno chiamate ad agire nel corso dei prossimi anni: solo il 21% delle aziende analizzate ha indicato, ad oggi, almeno un target numerico di riduzione delle emissioni e le iniziative fanno riferimento, nella maggior parte dei casi, a progetti di efficientamento energetico (62%), produzione di energie rinnovabili (19%) e acquisto di energia rinnovabile (17%); ad oggi, solo un'azienda su 3 ha strutturato un processo di identificazione e gestione dei rischi legati al cambiamento climatico. Approvvigionamenti sostenibili. Secondo la ricerca, 3 aziende su 4 definiscono obiettivi quali-quantitativi in relazione a temi di sostenibilità della catena di fornitura. Tra queste, oltre il 70% li formalizzano in politiche o altri documenti aziendali pubblici. I principali macro-temi trattati dalle aziende che definiscono obiettivi quali-quantitativi in tema di sostenibilità della catena di fornitura sono legati ad aspetti ambientali, diritti umani e del lavoro, etica e integrità del business. Solo un'azienda su 3 utilizza un modello di valutazione interna dei fornitori concentrando i propri impegni per l'approvvigionamento sostenibile su diverse categorie di fornitori. Tra queste, il 90% non supera però il primo livello di fornitura e solo il 4% delle aziende utilizza una piattaforma esterna elaborata da terzi. Infine, il 60% delle aziende sceglie di non svolgere audit sui propri fornitori. Economia circolare. Lo studio non ha rilevato una forte spinta da parte delle aziende nella definizione di una strategia di economia circolare: solo il 10% delle attività ha messo a punto una strategia e solo il 5% dichiara di aver fissato responsabilità chiare e definite su questo tema. Il 46% delle iniziative rilevate è focalizzato solo su processi e/o prodotti; le iniziative rivolte all'esterno, ossia al settore industriale di appartenenza o ad altri settori industriali sono solo il 20% di quelle rilevate. Finanza sostenibile. Il 2019 è stato un anno di particolare slancio per la sostenibilità nel settore finanziario. Infatti, il 70% delle società del settore bancario e assicurativo analizzate ha avviato iniziative di finanza sostenibile. Il 61% di quelle mappate consiste in investimenti indiretti in iniziative o fondi e titoli ad alto impatto socio-ambientale, seguite, al 36%, da finanziamenti diretti. Le informazioni non finanziarie stanno acquisendo un'importanza crescente nel processo decisionale di investimento. Dalla ricerca emerge che il 50% delle società nel settore Banking & Insurance considera le tematiche Esg nelle proprie scelte di investimento, in particolare quelle legate al cambiamento climatico e ai diritti umani. Riguardo alle modalità d'integrazione dei criteri Esg nelle strategie di Finanza Sostenibile, è ancora solo dell'8% la percentuale delle società che svolge uno screening Esg sul portafoglio in maniera sistematica, con una percentuale di portafoglio analizzato ancora molto bassa: solo una società ha sottoposto a screening Esg oltre il 90% del proprio portafoglio.

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