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Se il Reiki funziona e riequilibra la vita

Il gruppo della via del Reiki (Università Popolare di Reiki)

La disciplina giapponese entrata negli ospedali come supporto alle cure tradizionali

Silvia Sfregola
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Poggiare le mani e lasciar scorrere "Reiki". Tra malanni fisici, emozionali e mentali l'antichissima tecnica di guarigione - scoperta nell'Ottocento da un monaco giapponese, il maestro Mikao Usui - è ormai diffusissima anche in Occidente come forma terapeutica alternativa che sfrutta l'energia ed è capace di innescare i processi di auto-guarigione di corpo e mente. Non parliamo di pratiche anti-scientifiche: in realtà la stessa fisica moderna conferma la prospettiva di una forza che opera e vive in tutte le cose della creazione. Ogni elemento, infatti, si carica di energia e tende poi a rilasciarla. Così meditazione, respirazione, allineamento posturale, centratura e radicamento diventano la base di una pratica di riequilibrio unica che, attraverso un delicato e profondo lavoro di ascolto del corpo, consente di apprendere l'arte immensa del contatto con l'energia usando le mani, il suono, il respiro, lo sguardo. E il "Reiki" può essere utilizzato prima su se stessi e, poi, sugli altri perché uno degli aspetti più belli è che, oltre a dare benessere fisico ed emotivo, è anche facile da imparare e tutti lo possono praticare.  "Per imparare Reiki non ci vuole nessuna dote o predisposizione particolare" spiega Maria Paola Gagliano (nella foto), 38 anni, ex impiegata e oggi studentessa nella prima Università popolare di Reiki in Italia dove frequenta i corsi nella sede di Ariccia "Armonia del Ki" per ottenere la qualifica di operatore/insegnante reikologo. "Ricevere il Reiki è sicuramente più semplice perché significa sottoporsi a un trattamento presso una persona attivata (solo un master può dare attivazione ndr). Praticare il Reiki invece, vuol dire aprirsi all'energia universale, diventare un organismo in grado di far fluire energia ed entrare in risonanza con l'altra persona. L'energia che alimenta questa disciplina viene trasmessa attraverso le mani, che non toccano mai il corpo della persona trattata ma restano sempre distanti pochi centimetri". Un amore quello di Maria Paola per le discipline olistiche che parte da lontano ma rimane, per molto tempo, solo una passione da praticare nel tempo libero. "Già da piccolissima ero affascinata da certe pratiche spirituali ma solo quando ho perso il lavoro, e sono stata travolta dagli eventi, il Reiki mi ha aiutato davvero a cambiare il modo di vedere le cose superando certe difficoltà e migliorando molti aspetti della mia esistenza di moglie e mamma. Allora ho deciso di studiarlo per trasformare in meglio anche la vita degli altri. Il Reiki - sottolinea - permette di canalizzare l'energia e rimuovere eventuali blocchi che non consentono all'organismo di essere in equilibrio. Ma è anche un aiuto per ritrovare uno stato di benessere perso". Sebbene il Reiki non sia ancora universalmente accettato dalla comunità medica, molti professionisti, ospedali e strutture sanitarie ne riconoscono da tempo i benefici e lo utilizzano come terapia complementare per migliorare le condizioni dello stato di salute dei pazienti. Non sostituisce in alcun modo la medicina tradizionale, ma anzi la affianca e la supporta: non a caso, secondo le ultime ricerche, i trattamenti sono utilizzati in più di mille ospedali in tutto nel mondo. Il suo nome è l'unione di due termini, due caratteri giapponesi che descrivono l'energia in sé: "rei" (energia universale) e "ki" (in cinese qi, qui nel significato di "energia universale presente in tutto ciò che vive").  Per diventare operatori è necessario però ricevere l'iniziazione da parte di un master, un operatore "anziano". L'apprendimento di questa tecnica avviene su tre livelli, il quarto serve per insegnare. Il primo è rivolto a tutti ed è il più importante, perché si acquisiscono le basi fondamentali per la conoscenza di se stessi. Nel secondo si studiano invece i simboli per poterli applicare al meglio sugli altri in base alle esigenze (ed è possibile attivare il Reiki a distanza); infine il terzo ci mette in contatto con la parte più profonda di noi (la nostra anima).  Dal punto di vista fisico un trattamento può distendere la muscolatura contratta, sciogliere le tensioni fisiche, regolarizzare la pressione, svolgendo un'azione benefica sul sistema nervoso, linfatico ed endocrino. Dal punto di vista mentale può riportare in contatto con i propri sentimenti e la propria vera essenza. "L'operatore si fa canale dell'energia universale e la convoglia sulla parte da trattare attraverso l'imposizione delle mani" spiega Maria Paola che racconta come siano proprio i pazienti più scettici a beneficiare poi degli incredibili risultati dei trattamenti Reiki. "L'energia canalizzata con l'imposizione delle mani va a riequilibrare l'organismo velocizzando la guarigione". E il Reiki combatte anche lo stress: è utilissimo per concedersi un momento di relax, aiutare la meditazione e allentare l'ansia quotidiana. Così, accanto a un'antica pratica, anche un vecchio mito pare funzionare sempre: volere è potere.

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