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Regionali Lazio, il bluff sulle Case della Salute di D'Amato

Antonio Sbraga
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Dalle "Case della Salute" a quelle "della Comunità": cambia il nome, ma non il modello per la Regione Lazio, nonostante il fiasco di queste strutture certificato da medici, primari e utenti. L’assessore regionale alla Sanità, Alessio D’Amato, ora rivendica d’aver «finanziato 170 Case di Comunità», indicandole anche tra i punti principali del suo programma da aspirante governatore.

 


«Le Case della Comunità sono strutture sanitarie territoriali, promotrici di un modello di intervento multidisciplinare (modello Case della Salute)», ha scritto, infatti, la Regione. Noncurante delle bocciature che, a più riprese, sono arrivate dagli stessi camici bianchi, uniti contro le «Case della Salute che avrebbero dovuto contribuire a far diminuire gli accessi impropri ai Pronto soccorso. Sarebbe invece stato meglio aprire posti di medicina specialistica territoriale per incrementare l’offerta di assistenza ed evitare il ricorso agli ospedali», scrissero già nel 2019 in un comunicato congiunto l’Ordine dei medici di Roma e i primari dei Pronto Soccorso del Lazio. Diagnosi ribadita nei giorni scorsi anche da Dario Manfellotto, presidente della società scientifica di medicina interna (Fadoi): «Le ricette come le Case della Comunità e gli ospedali di Comunità sono vecchie. Sono modelli che abbiamo già definito e sperimentato ma che spesso non funzionano e lo abbiamo visto per esempio col Covid. Erano presenti da anni anche in alcuni piani sanitari regionali, come quello del Lazio, ad esempio. E non mi sembra che lì dove erano presenti le Case della salute vi sia stata una maggiore capacità di fronteggiare per esempio la pandemia».

 


Negli ultimi 9 anni nel Lazio sono state aperte meno della metà delle "Case della Salute" annunciate, solo 22 a fronte delle 48 programmate: «una per ciascun Distretto sanitario», aveva assicurato nel 2014 l’allora presidente della Regione, Nicola Zingaretti. Il quale, 5 anni dopo, indicò il 2019 come «l’anno dei cantieri sanitari. Nuove Case della Salute, con un investimento di circa 4 milioni di euro ne apriremo 6: via Antistio, Tuscolana, Nuovo Regina Margherita, Trastevere, Circonvallazione Nomentana, via Lampedusa, Talenti, Aprilia e Anzio». Ma, 4 anni dopo, due di quelle case sono ancora "chiuse": a Talenti e nella Circonvallazione Nomentana, finanziata con 650 mila euro nel 2016 («di prossima attivazione - scrisse la Regione 2 anni fa - La programmazione decennale provvede al proseguimento nell’attivazione di ulteriori Case della Salute con la realizzazione della Casa della Salute di via Lampedusa 23»: che, però, ancora non apre). Ma complessivamente sono 8 le Case, già finanziate da anni per 5 milioni e 428 mila euro, non ancora aperte: anche a Rignano Flaminio, Fiumicino, Gaeta, Guidonia e Sabaudia. Ed ora, se l’apertura delle annunciate nuove «170 Case della Comunità» dovesse seguire lo stesso ritmo seguito finora per le vecchie Case della Salute, si corre il rischio di non completarle prima del 2040. Per le 170 Case della Comunità sono previsti costi di realizzazione pari a «158,5 milioni di euro» di fondi Pnrr. 

 

 

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