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Regione Lazio, Rocca: "Eliminerò le attese nella sanità". La sinergia tra pubblico e privato

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Un Centro unico di prenotazione (Cup) che sia davvero «unico» e non a doppio binario pubblico -privato com’è, invece, adesso, con una conseguente fila doppia per i cittadini. È questo l’obiettivo «prioritario» per l’abbattimento delle liste d’attesa, che sono sempre più lunghe nel Lazio, secondo il candidato del centrodestra alla presidenza della Regione, Francesco Rocca.

«Voglio riconsegnare una sanità efficiente a tutti i cittadini: sarà il mio impegno prioritario da presidente della Regione Lazio. E riappropriarmi di tutte le prestazioni che la Regione Lazio paga. Oggi abbiamo un Recup che mette a disposizione dei cittadini solo le prestazioni delle strutture pubbliche. Io pretenderò dalle strutture private accreditate che diano le agende al Recup, in modo che ci sia un centralino di prenotazione unico, un unico punto di accesso per tutte le prestazioni per riappropriarmi del governo della cosa pubblica. Ci dev’essere chiarezza perché altrimenti, come diceva Tony Curtis nel "Sottomarino rosa", nel torbido si pesca meglio. Ci dev’essere chiarezza quando si governa la cosa pubblica».

Secondo l’ex presidente della Croce Rossa, ospite della puntata del programma «Coffee Break» su La7, bisogna fare in modo che «pubblico e privato concorrano insieme. Non lo dico io, lo dice la legge istitutiva del Servizio sanitario nazionale. Sicuramente in questo D’Amato deve spiegare, quando parla di difesa del pubblico, perché dal 2016 al 2021 ha aumentato di mezzo miliardo di euro la spesa verso il privato che poteva essere indirizzata verso il pubblico». Invece gli ospedali pubblici più grandi del Lazio continuano ad accumulare perdite: «Ci sono 7 aziende ospedaliere che perdono circa 600 milioni di euro, la sanità delle province è diventata romanocentrica perché i servizi offerti non sono adeguati ai bisogni di salute di quei cittadini - ha aggiunto Rocca - È aumentata anche la mobilità sanitaria verso la Lombardia e l’Emilia Romagna, oltre a quella dalle province del Lazio verso Roma».

Anche per l’emergenza-urgenza, perché i pochi Dea di II Livello, 5 (mentre la Campania, con gli stessi abitanti, ne conta il triplo: 14), sono tutti nella capitale. Dove il sovraffollamento dei Ps è un’altra emergenza da affrontare subito: «Le liste d’attesa nei nostri Pronto Soccorso sono imbarazzanti, ci sono cittadini che attendono in barella un po' sto letto anche 48 ore. D’Amato parla di transizione digitale per le imprese e innovazione tecnologica ma nel 2023 i nostri ospedali cerca no ancora con i fax i posti letto per i pazienti in barella. Hanno avuto dieci anni per dare una direzione, un’anima a questa Regione ma la situazione in cui versa la Sanità del Lazio è drammatica», ha concluso Rocca. Il quale, per quanto riguarda l’incarico che ha ricoperto recentemente nel settore privato della Sanità, ha così voluto replicare ai suoi avversari: «Sono un manager e consulente di strutture sanitarie: ho lavorato col pubblico, col privato, con la sanità religiosa (Idi), con la fondazione onlus San Raffaele e con una struttura riabilitativa in Puglia. Penso che sia una ricchezza avere una persona che ha amministrato strutture private e pubbliche, che conosce punti di forza o debolezza dei sistemi giuridici che stanno in sanità».

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