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L'ultimo flop Pd a Fiumicino. Le telecamere per la videosorveglianza? Tutte spente

Alessandra Zavatta
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A Fregene le telecamere contro la microcriminalità sono spente. E i furti nelle ville, nei negozi e nelle auto sono aumentati. Installate sei anni fa, non sono mai state accese.

«C’è un problema di collegamento con la sala operativa dei vigili urbani che, attraverso gli occhi elettronici, dovrebbe vedere in tempo reale ciò che accade sulle strade e nelle piazze del Comune di Fiumicino, proprio per prevenire l’illegalità e intervenire in caso di necessità», denuncia Massimiliano Graux, responsabile territoriale di Fratelli d’Italia. «Sono state issate prima cinquantasette videocamere, che non sono mai state collegate alla sala operativa. E poi altre trenta. Ma non funziona nulla».

Problemi di software, pare. La vicenda che ha fatto scattare la rivolta è il furto, avvenuto qualche giorno fa, di costosissimi medicinali per un bambino malato di tumore. I genitori hanno parcheggiato la macchina, lasciando i farmaci in auto dentro un borsone. Hanno fatto shopping e, quando sono tornati, quel borsone e altri oggetti lasciati nel veicolo non c’erano più. Di qui la protesta dei residenti, stanchi delle continue incursioni nelle ville, anche per rubare soltanto computer, televisori e telefoni cellulari. Ladruncoli che rischiano per racimolare un bottino magro ma comunque "sicuro".

«Fregene è la località più bersagliata dai furti perché qui vive gente benestante e nelle case si può sempre trovare qualcosa da rivendere», spiega Graux. «Ma c’è chi si accontenta di staccare finestrini, specchietti e paraurti di jeep e Suv, da piazzare come pezzi di ricambio». Per questo Fratelli d’Italia ha chiesto al sindaco di Fiumicino Esterino Montino di «far attivare subito le telecamere del sistema generale di videosorveglianza». Soltanto per accendere l’ultimo lotto di «occhi elettronici» sono stati stanziati 48.678 euro, come riporta la determinazione numero 6.682 del 16 dicembre scorso. I lavori sono stati affidati alla Engie spa di Milano. Le telecamere sono concentrate a Fregene, Isola Sacra e Aranova (le località più popolose) ma sono presenti pure a Maccarese, Focene e nelle altre aree del municipio costierio. Belle, nuove ma spente. Mentre sono state accese subito quelle che sorvegliano la locomotiva e il vagone dell’Ottocento posti davanti al porto come simbolo di Fiumicino e sede del punto di informazioni turistiche. Telecamere, queste, che insieme all’illuminazione della locomotiva sistemata in via Torre Clementina, sono costate 9.272 euro.

Nessuno quindi si azzarda a rubare nel vecchio trenino, per timore di venire ripreso dall’occhio del Grande Fratello ma a Fregene i rischi sono di meno. Carabinieri e polizia hanno appena una manciata di pattuglie e devono controllare un territorio vasto ventiduemila ettari, più di Milano. Quindi, una volta passata la volante, i «soliti ignoti» sanno che ci vorrà tempo perché torni. Quindi, in assenza di impianti fissi di sorveglianza, passano all’azione.

Chi, tra i residenti, s’è atttezzato da solo acquistando in proprio videocamere, più d’una volta se l’è ritrovate fracassate oppure coperte con vernice spray. Così quelle installate dal Comune sono state sistemate su pali alti più di tre metri, praticamente irraggiungibili. Peccato, però, che siano ancora spente! 

Nel 2012 la giunta di centrodestra guidata dal sindaco Mario Canapini aveva finanziato il progetto integrato di sorveglianza, realizzato dall’ex comandante della Polizia municipale Gianfranco Petralia, per la collocazione di telecamere per il controllo del territorio che a pieno regime sarebbero dovute diventare 180. Con l’arrivo dell’amministrazione di centrosinistra tutto si è fermato. Per poi far ripartire il prezioso sistema di controllo, con un nuovo appalto. Dimenticando, però, di accendere le telecamere».

«Abbiamo più volte denunciato la sottovalutazione da parte del centrosinistra riguardo le questioni di viabilità, criminalità e tutela dell’ambiente - sottolinea Fratelli d’Italia in una nota - E ci chiediamo se la sicurezza di un treno sia più importante di quella delle persone, visto che le telecamere per la locomotiva sono state accese subito».

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