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Regione Lazio, Bianchi sfotte D'Amato: “No al ticket. E comunque il vice sarebbe lui”

Damiana Verucci
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Un passo indietro in cambio di una vicepresidenza alla Regione Lazio. Adesso è Alessio D'Amato ad offrirla alla candidata del M5s Donatella Bianchi, che declina gentilmente e ribatte «faccia piuttosto lui un passo indietro, gli proporrò io la vicepresidenza». La stoccata arriva a margine del primo incontro dei candidati regionali alle prossime elezioni, organizzato da Confcommercio Lazio. Un incontro, in realtà, per modo di dire. Perché i tre, D'amato, appunto, Bianchi e il candidato per il centrodestra Francesco Rocca, si sono presentati in orari diversi e poi ciascuno ha risposto alle domande della platea degli imprenditori, per un tempo limitato, su temi quali ambiente, sanità, rifiuti, commercio, turismo. Ma in una campagna elettorale che si sta distinguendo anche per il fair play, il botta e risposta D'Amato/Bianchi non è passato inosservato. Già una settimana fa il candidato del centrosinistra aveva tentato la carta della vicepresidenza a Bianchi che sembra aver chiuso definitivamente il capitolo. Anche chiedendole se vedesse possibile allearsi con il centrosinistra dopo le elezioni la risposta è stata netta: «Non ci sono le condizioni per dialogare con un Pd che nel Lazio ha un programma alternativo al nostro su tanti temi, tra tutti quello ambientale».

 

 

I programmi, appunto. Confcommercio ha presentato ai candidati il documento programmatico «Una Regione a misura d'imprese». Un documento che tocca tutti i temi più importanti e si sofferma, in particolare, sulla sanità, dove c'è urgenza di istituire un tavolo permanente nel settore delle forniture ospedaliere per affrontare le diseconomie esterne; sul turismo, comparto in profonda trasformazione, e ancora sulle infrastrutture, nodo irrisolto che incide sulla competitività delle imprese e poi commercio e reti di impresa, sicurezza, e contrasto all'illegalità, senza tralasciare temi come Giubileo, Expo 2030 e rifiuti. «Bisogna rendere non solo Roma, ma tutto il territorio del Lazio maggiormente funzionale, vivibile e accessibile, sia per i turisti che peri residenti, risolvendo in primis l'annoso problema dei rifiuti», ha dichiarato Pier Andrea Chevallard, commissario di Confcommercio Roma, prossimo presidente dell'Associazione di categoria, che ha annunciato per marzo l'uscita dal commissariamento. I candidati alla presidenza della Regione non si sono sottratti al confronto. D'accordo sul bisogno che la Capitale chiuda il ciclo dei rifiuti con la costruzione della discarica e sul gap infrastrutturale che deve essere colmato. In particolare D'Amato ha riconosciuto errori clamorosi del passato che hanno influito su progetti importanti come la Roma-Latina.

 

 

Mentre Rocca ha parlato di «anno zero. Come per la Cisterna-Valmontone. Sono passati dieci anni e la Regione è rimasta immobile. C'è stata un'assoluta assenza di governo». Poi l'affondo sulla situazione finanziaria. «Se nel Lazio è aumentata l'addizionale evidentemente la situazione non fa stare tranquilli. C'è uno sforamento ma molte risorse sono state non utilizzate e non impiegate in modo adeguato». Con D'Amato i toni si accendono sul tema sanità e «accuse» di incompatibilità. «D'Amato ha detto che la mia candidatura è incompatibile - ancora Rocca - ma io trovo sia una ricchezza aver lavorato per il pubblico e il privato. Lui piuttosto si fa paladino del pubblico, ma ha fatto crescere la spesa corrente per il privato di mezzo miliardo di euro. Non è uno scandalo ma non sono così scorretto da dire "sono per il pubblico" e poi nel bilancio metto 500 milioni di euro per il privato». Torna serenità quando si parla di Expo 2030 e delle occasioni per la Capitale e la regione. «Sono pronto collaborare anche con il governo nazionale per far sì che a Roma si svolga l'Expo - ha detto D'Amato - credo che i grandi eventi siano una opportunità».

 

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