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Incendio Roma, è un disastro annunciato. Fiamme partite dall'ex campo rom mai bonificato Casilino 900

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Sigismondo Valente
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Non si esclude alcuna pista per l'incendio che sabato pomeriggio ha sconvolto la periferia est di Roma. Una prima ricostruzione dei vigili del fuoco, però, porta dritto dritto a un piccolo gruppo di baracche ben visibili, nel parco di Centocelle, ora che il fuoco si è mangiato tutti i cespugli che le nascondevano da occhi indiscreti. Siamo proprio nell'area che ha ospitato, fino ai tempi dell'amministrazione Alemanno, il campo nomadi conosciuto come Casilino 900, e proprio da quel sindaco chiuso durante la sua consiliatura. È da qui che sarebbero partite le fiamme che hanno poi divorato i depositi degli autodemolitori lungo la Palmiro Togliatti. Per ora, però, non c'è alcuna pista certa e non vi sarebbe traccia di inneschi. L'unica cosa sicura è che non si tratta di autocombustione. «Presumibilmente si tratta di cause dolose», dice Riccardo Ciofi, del sindacato romano dei vigili del fuoco Fns-Cisl. I pm hanno formalmente avviato un'inchiesta alla luce delle informative trasmesse dalle forze dell'ordine, ma ancora non è stata data alcuna delega per le indagini. Probabilmente questo avverrà nella giornata di oggi.

 

Già nelle scorse settimane la procura ha avviato singoli fascicoli sui quattro maxi roghi che hanno interessato Roma a partire da metà giugno. Nel quartiere Don Bosco, intanto, lo spegnimento dell'incendio è andato avanti per tutta la notte e proseguito in mattinata, anche con l'impiego di escavatori. Dall'area del rogo, ieri mattina, si levava un forte odore di bruciato con vapori maleodoranti. Viale Palmiro Togliatti è rimasto parzialmente chiuso mentre già ieri notte le persone evacuate per precauzione da quattro palazzine sono tornate nelle loro abitazioni. E sono stati proprio alcuni residenti a puntare subito l'indice contro le baracche e i cumuli di rifiuti accumulati da anni in quell'area. Fonti interne ai Vigili del fuoco, anzi, non solo confermano la presenza delle abitazioni di fortuna nello stesso punto in cui sarebbe partito l'incendio, ma ipotizzano che siano state proprio le mini-discariche abusive presenti a "mettere il turbo" all'incendio. Non solo. In alcuni casi, addirittura, si tratterebbe di cumuli di rifiuti un tempo adiacenti al campo nomadi Casilino 900, mai tolti.

 

A distanza di più di 10 anni, insomma, l'area su cui sorgeva la baraccopoli non sarebbe stata bonificata da Ama. Una grave responsabilità, se così fosse, da parte della municipalizzata per l'ambiente che non è certo nuova a questo tipo di "sviste", come spesso documentato dal nostro quotidiano nel corso degli anni. Fatto, questo, confermato anche dalle voci di alcuni dei titolari degli sfasci andati a fuoco, i quali parlano addirittura di montagne di rifiuti dell'ex Casilino 900, sepolti da anni dalla vegetazione proprio a ridosso dei loro depositi.

 

Mentre l'assessore capitolino all'Ambiente, Sabrina Alfonsi, svela un altro particolare: «La zona da dove è partito l'incendio era stata demolita e sgomberata non più di un mese e mezzo fa e c'era un luogo di smistamento dei rifiuti. Da qui è iniziato il rogo, le fiamme hanno seguito la linea di questi rifiuti per arrivare agli auto demolitori»

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