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Roma, tutti contro Soho House: residenti furiosi per feste e schiamazzi

Stefano Liburdi
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Feste fino a tarda notte, musica sparata ad alto volume e voci che si rincorrono. San Lorenzo non è un quartiere per dormire, stavolta però l'indice dei residenti non è puntato contro la malamovida dei giovanissimi che si ammassano nei pressi di piazza dell'Immacolata, ma indica severo uno dei luoghi più esclusivi di Roma: la Soho House di via Cesare De Lollis, il lussuoso club hotel dedicato alla creatività. «Da quando ha aperto, riposare è diventato impossibile, eppure si parla solo della situazione che c'è in piazza, quello che succede qui fino a tarda notte, nessuno lo racconta». A sfogarsi sono i residenti di via De Lollis e di via dei Marrucini: «Più volte abbiamo chiamato la polizia, ma non è servito». Il loro incubo è cominciato nell'autunno scorso quando il gruppo di Nick Jones, nato a Londra nel 1995, ha aperto una sede nella Capitale. Barcellona, Istanbul, New York, Chicago, Miami, Toronto, Berlino e Los Angeles: in tutto il mondo sono una trentina le Soho House presenti che accolgono come soci artisti, creativi, cineasti e chiunque dimostri di essere «cool».

 

 

L'ammissione all'ambitissimo e chiusissimo club passa attraverso una rigorosa selezione: occorre essere presentati da un membro, poi essere accettati e quindi, dopo aver scalato una lunga lista di attesa, pagare la quota annuale da più di duemila euro. Si ha così accesso alla struttura dotata di 49 camere e 20 appartamenti, distribuiti su 10 piani pensati come un mix tra industrial design e arredi vintage, con spa e palestra (tra settimo e ottavo piano), cinema privato e piscina con ristorante all'attico dove sorge il giardino pensile impreziosito piante della macchia mediterranea, ulivi e limoni. Proprio nella terrazza, secondo le denunce dei residenti esasperati, si organizzano eventi e feste incuranti di un quartiere intorno che vive, lavora e (non) dorme. «Si sono presentati come un valore aggiunto per tutta la zona, ma a distanza di mesi dall'apertura, possiamo dire che non si è visto alcun beneficio e loro sembrano più che altro un circolo privato che organizza feste». San Lorenzo, quartiere dei paradossi e delle contraddizioni, dove a pochi metri di distanza si sfidano la «grande bellezza» dell'esclusivo club Soho House e la «grande bruttezza» del muro di villa Mercede crollato nel dicembre 2018 e da allora rimasto così, come l'area interdetta nel parco con i giochi dei bambini.

 

 

Il «paradiso», dove tutto è bello, dove arte e tendenza vivono in perfetta armonia a bordo piscina, e «inferno» tutto intorno, dove sporcizia e puzza non concedono tregua. La «nobiltà» dei piani alti, che il «popolo», seppur lì a pochi metri di distanza, proprio non lo incontra mai. Un quartiere lasciato al completo abbandono, ma le uniche forze dell'ordine che si notano in giro, «sono sotto alla Soho House, per fare le multe alle macchine dei residenti parcheggiate nei dintorni. Nel resto del quartiere, non si vedono mai», lamentano ormai più rassegnati che arrabbiati gli abitanti a cui da tre anni e mezzo a causa del crollo del muro, sono stati tolti anche i parcheggi di via dei Marrucini. «Da qualche tempo qui si ha l'impressione che le regole non siano uguali per tutti. - aggiungono - Vorremmo che la giusta attenzione riservata a questa struttura, fosse almeno in parte condivisa anche nel resto del quartiere. E che, al contrario, la lotta ai rumori molesti non si fermasse a piazza dell'Immacolata".

 

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