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Roma butta via altri soldi dei cittadini per i cassonetti: Gualtieri chiede 300 milioni per i bidoni intelligenti

Pier Paolo Filippi
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Nuova amministrazione, nuovo giro di cassonetti per la raccolta dei rifiuti. Mentre è ancora in corso la distribuzione dell'ultima partita di contenitori acquistati da Ama, infatti, la nuova giunta guidata dal sindaco Gualtieri già annuncia una prossima rivoluzione. Stavolta è l'ora dei cassonetti «smart», contenitori hi-tech in grado di «avvertire» i mezzi di raccolta quando sono pieni e accessibili dagli utenti attraverso una tessera. Ne ha parlato ieri l'assessore capitolino all'Ambiente Sabrina Alfonsi, durante il convegno «Chiusura del ciclo dei rifiuti a Roma. È l'ora delle scelte» organizzato da Cgil Roma e Lazio. «Oltre ai fondi per l'impiantistica dedicata ai rifiuti- ha detto - il sindaco Gualtieri ha chiesto al Governo risorse aggiuntive per 300 milioni che serviranno per comprare cassonetti "intelligenti" e i relativi mezzi per illoro svuotamento e per la raccolta». Una cifra ragguardevole, che si aggiunge ai milioni spesi da Ama negli ultimi anni per il ricambio dei cassonetti presenti in città.

 

 

Solo stando ai contenitori in metallo, che in città sono circa 25mila, nel 2015 con l'amministrazione Marino ne vennero comprati 47mila per una spesa intorno ai 36 milioni. Con la giunta Raggi, Ama ha proceduto a un nuovo appalto, per adeguare i cassonetti ai nuovi colori attribuiti dall'Ue ai rifiuti differenziati, acquistandone nel 2020 altri 37mila per una cifra superiore ai 38 milioni di euro. Senza considerare i milioni spesi anche per i cassonetti in plastica da 1.100 litri e per i bidoncini della differenziata porta a porta. Il tutto mentre ci sono depositi, come ad esempio a Settecamini, in un terreno privato in via Forno Casale, dove sono stoccati da anni migliaia di cassonetti nuovi schierati come soldati di un esercito immobile. Cassonetti peraltro, come denunciava tempo fa il Lila (Laboratorio di idee lavoratori Ama), spesso poco funzionali. Non è raro, infatti, vederli ribaltati in mezzo alle strade o sui marciapiedi, o ancora con i coperchi semidistrutti.

 

 

Questa volta però, assicura l'assessore Alfonsi, i soldi saranno ben spesi. «Quelli acquistati dalla giunta Raggi sono già vecchi di 15 anni - spiega Alfonsi - I cassonetti intelligenti permetteranno di differenziare di più e meglio, razionalizzare il servizio di raccolta e, attraverso la rilevazione dei rifiuti conferiti, arrivare alla definizione puntuale della tariffarifiuti per gli utenti». Cassonetti «smart» a parte, Alfonsi ieri al convegno della Cgil ha fatto il punto della situazione. Con i nuovi contratti che Roma Capitale ha stipulato per il trattamento dei rifiuti, ha detto «possiamo stare tranquilli per i prossimi due anni, ma sono soluzioni tampone». Per arrivare alla chiusura del ciclo del nostro ambito territoriale, ha aggiunto, servono nuovi impianti come i biodigestori anerobici a Cesano e Casal Selce, due impianti perla selezione di plastica e carta a Ponte Malnome e Rocca Cencia e almeno una discarica di servizio nel territorio di Roma.

 

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