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Stupro per la casa, caccia ai complici

L'ex scuola

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Caccia ai quattro nordafricani complici del presunto stupro nell'ex scuola occupata «8 Marzo», alla Magliana. I carabinieri della Compagnia Eur, diretta dal maggiore Rino Coppola, stanno eseguendo alcuni riscontri per accertare chi tra gli ospiti della struttura, la sera del 9 febbraio avrebbe aiutato Sandro Capuani ad abusare della romana di 40 anni che ha denunciato la violenza. Per il momento l'accusa è solo ipotizzata. A gennaio, la vittima ha raccontato di essersi rivolta all'«8 Marzo» dopo essere stata sfrattata da un appartamento alla Magliana. Sandrone le avrebbe detto che poteva restare ma non essendoci posto avrebbe dovuto stabilirsi nella sua stanza. Tutto è filato liscio fino a febbraio. Il 9, infatti, la donna ha raccontato ai militari di aver subito un ricatto sessuale: se non avesse ceduto alle avances del "padrone" di casa avrebbe dovuto lasciare il complesso occupato. Lei si sarebbe rifiutata scatenando la reazione violenta. A questo punto sarebbero intervenuti i quattro nordafricani: avrebbero tolto i jeans alla donna, frugato nei pantaloni portandosi via gli euro che erano in tasca, aiutando il presunto aggressore e picchiando la quarantenne quando è riuscita a divincolarsi e a fuggire in strada. La donna ha denunciato Capuani ma non ha saputo riconoscere con esattezza i nordafricani. Il centro sociale Macchia Rossa, animatore dell'occupazione dell'ex scuola, ha preso le distanze da questa storia e da Sandro Capuani. Sul sito Internet, in due comunicati il centro ha espresso solidarietà alla presunta vittima e ha puntato il dito contro il denunciato: prima genericamente, in termini più espliciti nella seconda comunicazione, facendo nome e cognome e negandogli «solidarietà umana, politica e legale». E negli ultimi tempi, sia Sandro Capuani sia altri dell'«8 Marzo» hanno avuto bisogno dell'avvocato difensore. A settembre, lui insieme con Francesca Cerreto, Michele Panuccio, Simone Magnani e Sandro Ciferni sono stati arrestati con l'accusa di presunta estorsione ai danni degli occupanti: avrebbero preteso denaro in cambio della permanenza degli occupanti nell'edificio. Gli indagati hanno sempre detto che si trattava di un concorso alle spese di gestione. I giudici la pensano in modo diverso, visto che anche la Cassaione ha confermato la bontà delle indagini. Su questa vicenda, il centro sociale si è sempre espresso duramente. Contro i giornali e contro gli investigatori, anche qui facendo nomi e cognomi. «Il quotidiano Il Tempo sembra ricalcare i più frusti luoghi comuni della fiction televisiva e letteraria più becera... L'inchiesta viene condotta dal maresciallo dei carabinieri della caserma di Magliana, Pietro Bernardo, che da due anni minaccia, insulta, perseguita spesso anche con mezzi non leciti gli/le occupanti della 8 Marzo insieme alla pm Santina Lionetti che pur di compiacere i militari dà credito ad un'inchiesta vergognosa e totalmente falsa».

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