
Caso Almasri, non bloccano gli sbarchi ma bloccano il Parlamento: la sinistra che tifa invasione

Lo stop ai lavori parlamentari imposto dalle opposizioni è finito con un giorno di anticipo. E così ieri nell’aula di Montecitorio era tutto pronto per discutere del decreto Cultura. O almeno così doveva essere, ma in realtà il Movimento 5 Stelle ha pianificato una strategia per «dirottare» la discussione generale. Oltre 30 deputati si sono iscritti a parlare per criticare il governo sulla mancata informativa sulla liberazione del generale Almasri. Per Angelo Bonelli di Avs «il governo continua con la strategia del complotto e a raccontare bugie. La prima è che non può riferire in Aula perché ci sarebbero indagini in corso e sarebbe vincolato dal segreto istruttorio. Falso! Non c’è alcuna indagine, né tantomeno il segreto istruttorio». Duro anche il leaader pentastellato Giuseppe Conte che ha chiesto alla premier di «venire in Parlamento a spiegare agli italiani la versione vera ed effettiva sul caso Almasri. Deve venire la premier e non i ministri».
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Conte si è detto «esterrefatto» per la teoria del complotto evocata dalla premier «per una semplice comunicazione», «ne ho ricevute anche io ma mai mi avete sentito piagnucolare sui social». A proposito di social Matteo Renzi su X ha scritto: «Le opposizioni unite chiedono che il Governo riferisca sulla vicenda Almasri. Meloni non c’è, Nordio non c’è, Piantedosi non c’è. Saranno tutti a Roccaraso». La dem Chiara Braga ha ribadito la richiesta «di avere una informativa immediata sul caso Almasri».
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Nicola Fratoianni si è unito alla richiesta delle opposizioni: «Meloni venga in Parlamento e risponda al perché il governo ha scarcerato Almasri sui cui pendeva un mandato di arresto di Cpi che lo accusa di crimini di guerra e crimini contro l’umanità? Davvero l’ambasciata italiana in Olanda non avrebbe avvertito il governo dell’emissione del mandato da parte della Cpi. Perché Almasri è stato riportato in Libia con tutti gli onori di un volo di Stato. Se Almasri è un grave pericolo per la sicurezza nazionale perché è stato rilasciato e non tenuto in una prigione italiana». Per il vicepremier Antonio Tajani «se i magistrati iscrivono nel registro degli indagati il premier, due ministri e un sottosegretario ne risente l’immagine dell’Italia». Poi esorta a «parlare di altro» anche perché «se dobbiamo parlare solo di Almasri quando ci sono persone che rischiano di andare sotto la soglia di povertà, forse è meglio occuparsi di altro, ci sono tante cose che forse ai cittadini interessano di più».
Sulla stessa linea d’onda il sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento e deputata di Forza Italia Matilde Siracusano per la quale «iscrivere mezzo governo sul registro degli indagati per la vicenda Almasri è ridicolo. Parliamo di un atto politico, di una decisione politica, una scelta che dunque non dovrebbe essere giudicata dalla magistratura ma dagli elettori». Per la deputata forzista «una parte della magistratura ha la volontà evidente di scontrarsi con il governo Meloni sul tema immigrazione. Lo abbiamo visto con la vicenda del ministro Salvini, assolto perché il fatto non sussisteva, con la decisione su Almasri, e continuiamo a vederlo con la disapplicazione delle norme relative al protocollo Italia-Albania».
Il sottosegretario di Stato al Mit, Tullio Ferrante, ha tuonato: «Strumentalizzare una questione così delicata per attaccare pretestuosamente il Governo, come fanno le opposizioni arrivando addirittura a bloccare i lavori del Parlamento, dimostra la loro totale mancanza di responsabilità istituzionale». Oggi si terranno le capigruppo di Camera (ore 13) e Senato (ore 15).
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