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Schlein cavalca le inchieste e attacca Meloni: il solito vizio della sinistra

Christian Campigli
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Doveva essere il nuovo. Che avanza e riporta la sinistra ai fasti che furono. Persi ormai nel tempo, da quando il Partito Democratico ha abbandonato al proprio destino gli operai, i dipendenti e chi risiede nelle (spesso indecenti) case popolari. Per strizzare l'occhio ad attivisti LGBT, professori universitari e al popolo della Ztl, della villetta in collina e della (seconda) casa al mare, rigorosamente di fronte alle ridenti spiaggie di Capalbio. Elly Schlein, in totale assenza di idee e prospettive, da sette mesi a questa parte sta cavalcando due must vecchi e stantii dei progressisti: l'antifascismo e l'assurda convinzione che l'avversario (o forse sarebbe meglio definirlo il nemico) politico debba essere sconfitto non nella urne, ma attraverso le inchieste della magistratura.

 

"Quanto durerà ancora il silenzio di Meloni? Da settimane è in ostaggio delle inchieste, degli scandali e dei vergognosi sproloqui della sua stessa maggioranza e non abbiamo sentito da lei una sola parola sulle emergenze economiche e sociali del Paese". Parole di fuoco, quelle pronunciate dalla nativa di Lugano. Che poi attacca il governo dei moderati anche sul tema del lavoro. "Non una parola - sottolinea il neo segretario dem all'agenzia AdnKronos -  è arrivata sulla proposta unitaria delle opposizioni sul salario minimo e questo silenzio non punisce l’opposizione ma mortifica tre milioni di lavoratrici e lavoratori poveri. Non una parola e non un fatto sono arrivati sul caro mutui che merita risposte, sull’emergenza abitativa che il governo ha inasprito tagliando il fondo affitto. Non una parola è arrivata sulla sicurezza sul lavoro, nonostante il tragico stillicidio di vittime. Non una sola proposta su come contrastare l’inflazione galoppante che sta impoverendo il Paese. Cos’altro deve accadere perché, infine, batta un colpo?”.

 

Accuse che si sommano a quelle sferrate sabato a Bologna, alla  festa della Cgil. "Quando uscirà dal suo imbarazzato e imbarazzante silenzio, Giorgia Meloni ci dica che cosa pensa della nostra proposta unitaria sul salario minimo. Si sta occupando unicamente delle beghe giudiziarie dei suoi ministri, ma ci sono più di tre milioni di lavoratrici e lavoratori poveri in Italia che non possono aspettare ancora". 
 

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