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Giustizia, Nordio attacca su Delmastro e Santanchè: è ora di cambiare

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 Il ministro Carlo Nordio punta il dito sui nodi da sciogliere nel processo penale e, il giorno dopo la nuova bufera Delmastro, fonti di via Arenula evidenziano che l'imputazione coatta "dimostra l'irrazionalità del nostro sistema". "Nel processo che ne segue, infatti - spiegano le fonti - l'accusa non farà altro che insistere nella richiesta di proscioglimento in coerenza con la richiesta di archiviazione. Laddove, al contrario, chiederà una condanna non farà altro che contraddire se stesso". Netto il giudizio anche sul caso Santanché in merito al quale trapela "ancora una volta, lo sconcerto e il disagio per l'ennesima comunicazione a mezzo stampa di un atto che dovrebbe rimanere riservato". Per questo è "urgente" una modifica del cosiddetto 'avviso di garanzia' e "la riforma proposta mira ad eliminare questa anomalia tutelando l'onore di ogni cittadino presunto innocente sino a condanna definitiva".

 

La linea di via Arenula non viene commentata dalla procura di piazzale Clodio, ma una critica netta arriva dal pm ed ex presidente dell'Anm, Eugenio Albamonte, che taglia corto: "Quello che è irrazionale è il modo in cui al ministero della giustizia si affrontano questi temi, pretendendo di cambiare tutte le norme la cui applicazione possa loro sembrare occasionalmente sgradita". "Assecondare gli umori più bassi e turbolenti della classe politica di cui pure ha deciso di far parte - chiosa Albamonte - non è il modo più adatto per chi riveste responsabilità così delicate come quelle del ministro della Giustizia".

 

Di tutt'altro avviso il commento dei penalisti che arriva per bocca di Giandomenico Caiazza: "L'imputazione coatta disposta dal gip contro la volontà del pubblico ministero è da sempre una delle norme più irrazionali e insensate del nostro codice di procedura penale per le ragioni che sono state ben espresse dal Ministero - sostiene il presidente dell'Unione Camere penali - Ma è una norma che esiste dalla fine degli Anni Ottanta. Ce ne accorgiamo solo ora? Meglio tardi che mai. Speriamo se ne traggano le conseguenze".

Per quanto riguarda l'avviso di garanzia, "deve essere radicalmente ripensato - prosegue Caiazza - perché c'è qualcosa che non va se una norma che 'è di garanzia', diventa una 'sentenza anticipata'". Mentre il ddl Giustizia, approvato lo scorso 15 giugno in Consiglio dei ministri, è stato bollinato dalla Ragioneria dello Stato e attende ora solo la firma del capo dello Stato, il dibattito sul tema resta animato e accenderà di certo anche la riunione del Comitato direttivo centrale dell'Anm, in programma nel weekend.

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