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Delmastro imputato, insorge il ministero della Giustizia: sistema irrazionale

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Carlo Nordio non ci sta. Secondo fonti del Ministero della Giustizia, «l’imputazione coatta nei confronti di Delmastro Delle Vedove, come nei confronti di qualsiasi altro indagato, dimostra l’irrazionalità del nostro sistema». «Nel processo che ne segue, infatti - proseguono le fonti di via Arenula - l’accusa non farà altro che insistere nella richiesta di proscioglimento in coerenza con la richiesta di archiviazione. Laddove, al contrario, chiederà una condanna non farà altro che contraddire se stesso. Nel processo accusatorio il Pubblico Ministero, che non è né deve essere soggetto al potere esecutivo ed è assolutamente indipendente, è il monopolista dell’azione penale e quindi razionalmente non può essere smentito da un giudice sulla base di elementi cui l’accusatore stesso non crede. La grandissima parte delle imputazioni coatte si conclude, infatti, con assoluzioni dopo processi lunghi e dolorosi quanto inutili, con grande spreco di risorse umane ed economiche anche per le necessarie attività difensive. Per questo è necessaria una riforma radicale che attui pienamente il sistema accusatorio». Un intervento deciso dopo la scelta del gip di Roma sul caso Cospito.

 

 

Ma non è tutto. Sul caso della ministra Santanché, sempre fonti del Ministero della Giustizia «manifestano, ancora una volta, lo sconcerto e il disagio per l’ennesima comunicazione a mezzo stampa di un atto che dovrebbe rimanere riservato. La riforma proposta mira ad eliminare questa anomalia tutelando l’onore di ogni cittadino presunto innocente sino a condanna definitiva». È guerra aperta tra il governo e la magistratura.

 

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