Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Caso Cospito, Delmastro a giudizio. Ma il governo lo blinda: niente dimissioni

Edoardo Romagnoli
  • a
  • a
  • a

Il giudice per le indagini preliminari di Roma ha chiesto l’imputazione coatta per il sottosegretario Andrea Delmastro. Il gip non ha accolto la richiesta di archiviazione presentata dai pubblici ministeri che avevano iscritto nel registro degli indagati il deputato di Fratelli d’Italia per rilevazione di segreto d’ufficio. Ma cosa prevede l’imputazione coatta? Viene disposta tramite ordinanza del giudice, non è tecnicamente un rinvio a giudizio ma dispone che la Procura, che aveva chiesto l’archiviazione, chieda invece per gli indagati un rinvio a giudizio. Ora la palla passerà al giudice per le indagini preliminari che dovrà fissare un’udienza.

 

 

La vicenda nasce dall’esposto del deputato Angelo Bonelli, di Alleanza Verdi e Sinistra, dopo che il deputato Donzelli in Aula aveva riferito di un colloquio in carcere dell’anarchico Alfredo Cospito detenuto al 41 bis. «Se non ci fosse stato il mio esposto alla Procura della Repubblica, l’uso spregiudicato che Delmastro e Donzelli hanno fatto di atti riservati dello Stato sarebbe passato come se nulla fosse. La decisione della Procura di Roma è una buona notizia perché non c’è nessun cittadino, a maggior ragione parlamentare o esponente di governo che debba poter pensare di utilizzare atti riservati dello Stato come strumento per attaccare l’opposizione» ha detto Bonelli. Poco dopo il discorso in Aula di Donzelli emerse come quelle intercettazioni vennero fornite da Delmastro che le aveva lette in un documento riservatissimo finito sul tavolo del Ministero della giustizia.

 

 

Ieri il sottosegretario ha voluto replicare alla notizia. «Prendo atto della scelta del giudice per le indagini preliminari di Roma che, contrariamente alla Procura, ha ritenuto necessario un approfondimento della vicenda giuridica che mi riguarda. Avrò modo, davanti al giudice per l’udienza preliminare, di insistere per il non luogo a procedere per insussistenza dell’elemento oggettivo, oltre che di quello soggettivo. Sono fiducioso che la vicenda si concluderà positivamente, convinto che alcun segreto sia stato violato, sia sotto il profilo oggettivo sia sotto il profilo soggettivo». Davanti alle richiesta di dimissioni avanzate dall’opposizione fonti di governo hanno replicato: «Non scherziamo, non se ne parla».

 

Dai blog