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Zelensky a Meloni: l'indipendenza dal gas di Putin aiuta la fine della guerra

Edoardo Romagnoli
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 Il presidente Zelensky arriva a Palazzo Chigi alle 13 sotto una pioggia fine, ma incessante. Ad attenderlo nella sala verde c’è la delegazione italiana composta dal ministro della Difesa Guido Crosetto, il vicepremier Antonio Tajani, il sottosegretario Giovanbattista Fazzolari, il consigliere diplomatico del presidente Meloni Francesco Talò e l’ambasciatore italiano a Kiev Pier Francesco Zazo.

 

Il colloquio fra Zelensky e Meloni dura poco più di un’ora, tanti gli argomenti dall’integrità territoriale ucraina alla sovranità e indipendenza di Kiev passando per gli aiuti italiani che non saranno limitati solo al presente ma anche alla ricostruzione del Paese a guerra finita. Poi arriva la conferenza stampa con i giornalisti. Il presidente ucraino prima ha ringraziato «l’Italia e gli italiani per gli aiuti» ma anche per le «sanzioni contro l’aggressore» sottolineando come gli sforzi del nostro Paese per affrancarsi dal gas russo siano fondamentali per arrivare alla pace. Pace che la Russia non vuole. Kiev aveva proposto un piano articolato in 10 punti per arrivare alla risoluzione del conflitto ma la Russia «ha risposto con i missili e l’artiglieria» ricorda il presidente ucraino. Tra i 10 punti del piano per la pace c’è anche la richiesta di restituire i bambini rapiti dalle truppe russe. «Abbiamo informazioni - spiega Zelensky - su 19.393 bambini che sono stati sottratti dalla Russia ma il numero reale può essere più grande visto che ci sono circa 200 mila bambini ucraini che si trovano nei territori occupati dai russi».

 

Zelensky ci tiene a ricordare ai presenti che «solo nelle ultime 7 ore i nostri difensori hanno abbattuto 17 droni iraniani che i russi usano per distruggere le nostre infrastrutture, in altri casi ci sono stati morti e feriti: questa è l’idea russa della guerra». Questa è la guerra e per quanto si possa raccontare solo chi la guarda con i propri occhi si può rendere conto di che cosa vuol dire. Per questo Zelensky ribadisce più volte che le visite prima di Draghi e poi di Meloni sono state importanti. «Avete visto con i vostri occhi quello che difendiamo» ha ricordato il presidente ucraino. Meloni ha ribadito che l’aiuto dell’Italia non mancherà mai fino alla fine perché l’Ucraina «è un avamposto della sicurezza dell’intero continente europeo» per poi aggiungere «non siamo così ipocriti da chiamare pace qualsiasi cosa che possa somigliare a un’invasione». Aiuto che Zelensky ha assicurato «gli ucraini non dimenticheranno mai».

 

Durante la conferenza stampa, durata poco più di mezz’ora, si è parlato anche dell’ingresso dell’Ucraina nell’Unione europea. Zelensky ha rimarcato che, nonostante la guerra, il suo Paese implementerà «tutte le richieste della Commissione europea, sarebbe bello se entro quest’anno si potesse pensare ai prossimi passi per l’adesione dell’Ucraina all’Ue». Adesione all’Unione ma anche alla Nato. Meloni infatti ha confermato che il governo italiano è «pronto a sostenere un’ulteriore intensificazione del partenariato dell’Ucraina con la Nato», tema che verrà affrontato nel vertice di luglio a Vilnius in Lituania.

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