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Decreto lavoro, Salvini contro Schlein: con gli aumenti si può pagare il personal shopper

Christian Campigli
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Una delle norme più importanti di questi 8 mesi di governo. Una frecciata, nemmeno troppo velata, a quella sinistra radical chic pronta a sentenziare quando è all'opposizione. Ma che poi non è in grado di rapportarsi con la middle class quando si trova al governo. “Anche se uno ha il personal shopper che gli costa 300 euro l'ora, un aumento di stipendio ti serve per pagarlo. Non è che puoi andare in giro per Sarzana scoordinata tra i jeans, la camicia, l'ombretto e il rossetto”. Parole taglienti, quelle pronunciate dal leader della Lega, Matteo Salvini, intervenuto a un comizio elettorale a Sarzana, piccolo comune in provincia de La Spezia, parlando del decreto lavoro. Il riferimento è alle critiche arrivate a Elly Schlein e all’intervista nella quale la segreteria dem ha detto di avere un'armocromista che l’aiuta a scegliere gli outfit da indossare. Durante il suo intervento, alcune persone che assistevano al comizio hanno gridato al leader leghista che Schlein era già intervenuta a Sarzana: “Ah - ha ironizzato il segretario del Carroccio - e ce l’aveva il personal shopper quando è venuta a Sarzana? Era armocromaticamente in linea, dal mocassino al giacchettino?”.

 

 

 

La legge che taglia le tasse è una delle più importanti del governo. Perché va incontro a un'esigenza chiara, gridata ai quattro venti mille e, più volte, da quella che, una volta, era definitiva la borghesia produttiva. Il motore di questo Paese. Bastonato a sangue dalle tasse più alte d'Europa. La sinistra, che minimizza l'intervento dell'esecutivo guidato da Giorgia Meloni, è la stessa che vorrebbe una patrimoniale e un sensibile innalzamento delle imposte sulla casa. Posizioni che, senza volerlo, rafforzano e non poco la maggioranza di centrodestra. Che, nell'immediato futuro, dovrà mettere mano alla seconda, grande emergenza italiana: l'immigrazione. Se i moderati riusciranno a trovare una soluzione anche agli sbarchi senza fine di uomini e donne provenienti da Libia e Tunisia, al neo segretario non basterà più un consulente cromatico. Dovrà assumere un esperto di politica. 

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