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Il ministro Urso sugli eco-carburanti: il motore elettrico non è l'unica soluzione

Gianni Di Capua
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Degli spiragli per non cancellare definitivamente la possibilità dei biocarburanti, forse ci sono. «Una cosa è certa, e sembrava sino a poche settimane fa impossibile da raggiungere: il motore endotermico, elemento trainante dell’automotive italiana, è rimasto in pista, accanto a quello elettrico. Chi conosce la fabbrica sa quel che significa». Lo dichiara il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. «Se sarà alimentato solo con il carburante sintetico o anche con il biocombustibile, sarà oggetto di confronto spero sempre più sul piano scientifico, per calibrare gli effettivi vantaggi di ogni tecnologia sull’intero ciclo produttivo» osserva. «In ogni caso è importante che l’Europa abbia preso atto che il motore elettrico non è l’unica soluzione, sono convinto che questa consapevolezza porterà nel tempo alla piena neutralità tecnologica» conclude Urso. E l’eurodeputato FI-PPE Massimiliano Salini, relatore Ppe in commissione Tran sul regolamento relativo agli standard di CO2 per auto nuove e veicoli leggeri, aggiunge: «Avendo negoziato personalmente il testo in Commissione Trasporti al Parlamento europeo, sottolineo che è falsa la ricostruzione secondo la quale nel Considerando 11 del Regolamento sullo stop a diesel e benzina nel 2035 si parlerebbe dei carburanti sintetici e non dei biocarburanti: il "recital" parla solo di "CO2 neutral fuels". Sono curioso di vedere come cercherà di arrampicarsi sugli specchi e quale acrobazia linguistica inventerà la Commissione europea per includere gli e-fuels e non i biocarburanti».

 

 

 

«Sul piano tecnico, l’esclusione di questi ultimi è infatti impossibile, visto che si tratta di carburanti la cui "neutralità" - continua Salini - si basa, esattamente come per gli e-fuels, su una compensazione tra la CO2 sottratta nella loro produzione e quella emessa nell’utilizzo dei veicoli. In ogni caso serve un cambio nel metodo di calcolo delle emissioni: occorre cioè passare dal conteggio della CO2 al tubo di scarico "Tail-pipe" al più completo sistema "Life cycle approach", che proponiamo da mesi e che tiene conto delle emissioni nell’intero ciclo produttivo dei combustibili e dell’auto. Le uniche differenze tra i due carburanti sono che i sintetici si collocano ancora nella fase sperimentale e costano molto più dei biocarburanti, una tecnologia oggi più economica, matura e affidabile. Sosteniamo la linea realistica del governo italiano, che giustamente continua ad insistere sul mix tecnologico e sulla necessità di aprire anche ai biocombustibili».
 

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