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Guerra in Ucraina, l'effetto del mandato d'arresto a Putin: è un colpo ai negoziati

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Il mandato d’arresto spiccato Tribunale Internazionale dell’Aia nei confronti di Vladimir Putin è una misura in qualche modo simbolica, anche se limita la libertà di movimento del presidente russo (che tra l'altro difficilmente lascia la Russia). Ma gli effetti saranno quelli di un inevitabile rallentamento dei già minimi tentativi di negoziato per far tacere le armi in Ucraina. Lo Zar è accusato di crimini di guerra e deportazione di bambini ucraini in Russia ma il reato "sarà quasi sicuramente impossibile da perseguire, almeno in questa fase", spiega Lorenzo Cremonesi sul Corriere della sera. Due le conseguenze dirette per Putin: "un colpo molto grave per il suo status internazionale", e la spada di Damocle rappresentata dal fatto che "tutte le polizie dei 123 Stati firmatari del Trattato di Roma, che nel 1998 istituì il Tribunale, potrebbero arrestarlo se dovesse entrare nel loro territorio".

 

Insomma, per l'Aia il capo del Cremlino è come l'ex presidente serbo Slobodan Milosevic o i vari dittatori aficani. "Adesso il mandato del Tribunale rende molto più difficile per Putin gestire direttamente un eventuale negoziato per giungere ad una (al momento inesistente) soluzione pacifica con Zelensky", commenta Cremonesi che riporta le posizioni, scontate, di russi e ucraini. I primi sono furiosi, come dimostrano le parole dell'ex presidente russo Medvedev, falco di Putin: il mandato d'arresto è "carta igienica", mentre da Kiev esultano. 

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