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Elly Schlein imbarazza il Pd con le posizioni su Maduro, Tav e Palestina

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Elly Schlein è la segretaria del Pd solo da poche ore ma le sue posizioni recenti su alcuni temi di politica estera e interna già imbarazzano le alte sfere dem. Ufficialmente la "pasionaria" ha preso le distanze dallo storico Partito Comunista Italiano essendosi definita una "nativa democratica". Tutto questo è anagraficamente vero ma non c'è dubbio che alcune posizioni espresse soprattutto durante la sua esperienza di eurodeputato restano lì a fare bella mostra di sé. E a farsi giudicare.

 

 

Nel gennaio 2019, ad esempio, al Parlamento europeo si votava una mozione contro la dittatura comunista in Venezuela di Nicolas Maduro. Nonostante proprio in quei giorni nel Paese sudamericano si affacciasse una speranza di democrazia rappresentata da Juan Guaidò, Schlein non ci pensò su due volte e votò contro la mozione anti-Maduro che, però, fu approvata ugualmente con 439 sì. Elly Schlein si è recentemente difesa dichiarando di non essere mai stata pro-Maduro ma quel voto al Parlamento europeo resta agli atti. E non è finita qui. Nel maggio 2021 al congresso di Articolo 1 si è lasciata andare a una considerazione a dir poco curiosa sul concetto di "simmetria". Parlando del conflitto israelo-palestinese, infatti, dichiarò: "Non siamo di fronte a uno scontro simmetrico, i rapporti di forza sono totalmente squilibrati a favore di Israele". In questo caso effettivamente suona strano il suo concetto di confronto "equilibrato". Posizioni oltranziste anche in tema di treni ad alta velocità. Nel 2018 si è attestata sulla stessa linea del M5S quando è fallito il blitz per escludere la Tav Torino-Lione dai finanziamenti.       

 

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