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Firenze, sale la tassa di soggiorno? FdI e Terzo Polo contro l'emendamento del dem Gianassi

Christian Campigli
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Una delle tasse più odiate. Da albergatori e turisti. Uno dei principali strumenti di sostentamento delle città monumentali italiane. L'idea di aumentare fino a dieci euro l'imposta di soggiorno ha sollevato, a Firenze, un vespaio di polemiche. "La proposta con un emendamento al bilancio dal neo onorevole del Pd, Federico Gianassi, riceve il gradimento della giunta Nardella – sottolinea il capogruppo di Fratelli d'Italia, Alessandro Draghi - È quanto risulta dalla risposta a una mia domanda di attualità. In sostanza, l'amministrazione comunale attenderà l'esito dell'iter parlamentare e, in caso di approvazione, valuterà di poter accogliere la novità. Crediamo si tratti di un aumento iperbolico non giustificato per una città come la nostra. Ci preoccupa soprattutto la gradualità con cui si andrà ad aumentare la tassa per le strutture meno prestigiose; se gli ospiti di un cinque stelle pagheranno dieci euro, a quanto arriverà un quattro o un tre? C'è il rischio concreto che un turista abituato a cercare un albergo su internet, a fronte di un aumento consistente della tassa, possa decidere di preferire un comune limitrofo, come Prato o Sesto, o Scandicci".

 

 

Contrario al nuovo balzello anche il neo consigliere di Italia Viva, Barbara Felleca. "La tassa di soggiorno è uno strumento a sostegno del turismo e dei suoi operatori, ed in un momento storico in cui si registra una ripresa del settore fortemente colpito nei due anni di pandemia, sarebbe un errore anche solo ipotizzare un suo aumento. Condividiamo le istanze degli albergatori, che si sono subito detti contrari, ricordando che la tassa di soggiorno è uno strumento che serve a sostenere il turismo, non a penalizzarlo. Il Terzo Polo non voterà nessun aumento della tassa di soggiorno in Parlamento". Uno scontro aspro, che presto si sposterà da Firenze a Roma. Una linea netta e ben marcata, che divide il Partito Democratico sia dal centrodestra che da Renzi e Calenda. 
 

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