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Silenzi e contraddizioni, Soumahoro senza difesa: cosa non torna

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Dario Martini
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Aboubakar Soumahoro non ha convinto neppure colui che l'ha portato in Parlamento. Angelo Bonelli, leader di Europa Verde, fa capire senza mezzi termini di essere rimasto molto deluso dalle spiegazioni fornite in tv dal suo parlamentare: «Ha dato risposte insufficienti». Lo scandalo scoppiato sull'accoglienza dei migranti è tutt' altro che chiuso. La versione fornita dal paladino dei braccianti, ospite l'altro ieri sera nello studio di Piazza Pulita, su La7, lascia aperti molti interrogativi. Eppure, qualche ora prima di presentarsi davanti alle telecamere, Soumahoro aveva avuto un lungo confronto proprio con Bonelli, a cui aveva partecipato anche Nicola Fratoianni di Sinistra italiana. Incontro a cui era seguita la decisione del deputato e di autosospendersi dal gruppo di Montecitorio.

 

Una domanda sorge spontanea: come mai è andato in televisione senza avere una linea difensiva seria? Sembra quasi che sia stato mandato allo sbaraglio. «Quella di Aboubakar è una cosa che ferisce e che indebolisce chi ogni giorno lotta per i diritti - commenta Bonelli rincarando la dose Abbiamo parlato a lungo con lui e ci ha confermato la sua estraneità ai fatti e che risponderà alle ricostruzioni giornalistiche. Questa vicenda mi ha profondamente turbato, basta guardare la mia faccia». Occorre ricordare che Soumahoro non è indagato. Lo scandalo riguarda le coop di famiglia, ovvero la società Karibu, di cui è amministratrice la suocera Marie Therese Mukamitsindo (indagata per malversazioni) e di cui è stata presidente la moglie Liliane Murekatete, e il Consorzio Aid, guidato dalla cognata Aline Mutesi e di cui è consigliera la stessa Mukamitsindo. Il caso è scoppiato quando sono affiorate le segnalazioni dei 26 dipendenti che non percepivano gli stipendi. Poi si sono aggiunte le lamentele dei migranti, che hanno denunciato le condizioni al limite in cui erano costretti a vivere: senza cibo, luce e acqua.

 

Negli ultimi giorni l'attenzione si è spostata sulla Lega dei braccianti, il sindacato fondato da Soumahoro. Alcuni suoi ex soci lo accusano di aver trattenuto per sé i soldi destinati ai profughi. La versione ufficiale di Soumahoro fa acqua da più parti. Per prima cosa, è evidente la giravolta compiuta in pochi giorni. In un video del 20 novembre, il deputato rossoverde rivendicava con forza di non sapere nulla. Giovedì scorso, invece, ha ammesso che la moglie lo aveva messo al corrente degli stipendi non pagati. Perché non lo ha detto subito? Incalzato da Corrado Formigli, è apparso evasivo anche su altri aspetti dell'intera vicenda. A partire dal resort aperto in Ruanda dal cognato Michel Rukundo, a cui si aggiungono i soldi della Karibu dirottati su un conto corrente africano finito nel mirino della Finanza.

Mila euro Il mutuo con cui i coniugi Soumahoro pochi mesi fa hanno comprato un villetta a Casal Palocco a Roma Formigli glielo chiede esplicitamente: «Come è stato possibile aprire quel resort quando i lavoratori delle cooperative non venivano nemmeno pagati?». Soumahoro divaga: dice che non sapeva delle indagini sulla coop, che il suo errore è stato non approfondire. Sul resort nessuna risposta.

 

È debole anche la spiegazione fornita in merito alla villetta acquistata qualche mese fa a Roma. Come ha fatto a comprare una casa con un mutuo da 270mila euro, e con quali garanzie, se non era ancora entrato in Parlamento e non prendeva un euro dalla sua Lega dei braccianti? La risposta lascia di stucco: «Ho scritto un libro».

 

L'opera in questione è "Umanità in rivolta", edito nel 2019. E non risulta che abbia scalato le classifiche di vendita. Secondo quanto appurato da Striscia la Notizia, in tre anni ha venduto appena 9.000 copie, di cui 7.900 il primo anno secondo quanto risulta a Il Tempo. Infine, Soumahoro resta evasivo pure sul confronto avuto con la moglie. Quando gli viene chiesto cosa abbia detto la moglie in merito alle contestazioni sulle condizioni divita nelle strutture d'accoglienza, il deputato è lapidario: «Mia moglie non lavora più lì. Comunque di fronte a queste cose non c'è legame familiare che tenga». Una presa di posizione forte, che però non entra nel merito del problema. 

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