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Multe, sequestri delle navi e codice di condotta. Piantedosi vara la stretta anti-ong

Mercoledì il ministro dell'Interno riferirà in Parlamento sulla Ocean Viking e presenterà il suo piano

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Un misto di Minniti e Salvini. Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, alle prese con la grana della gestione dei flussi migratori, sta pensando a un provvedimento che di fatto sintetizzerebbe il lavoro fatto da due illustri predecessori. Quelli che più di tutti riuscirono ad arginare con successo le partenze dal Nordafrica e gli sbarchi in Italia.

In particolare, stando a quanto riferisce Fiorenza Sarzanini in un retroscena sul "Corriere della Sera", Piantedosi vorrebbe rispolverare il codice di condotta delle Ong. Praticamente, alle navi delle organizzazioni umanitarie sarebbe consentito di operare nel Mediterraneo solo a patto di sottoscrivere tale insieme di regole. Tra le più importanti, quella di intervenire solo in caso di vera necessità e di rischio di naufragio. Di conseguenza, le imbarcazioni delle Ong non dovrebbero più segnalare la propria posizione ai barconi gestiti degli scafisti e dovrebbero operare solo dopo aver sempre allertato gli Stati di riferimento.

Per chi non dovesse uniformarsi a tale codice, e qui si viene alle "idee" rubate a Salvini, scatterebbero, a seconda della gravità delle violazioni. delle sanzioni pesanti o addirittura il sequestro dell'imbarcazione.

E' possibile che Piantedosi anticipi i contenuti del suo piano mercoledì in Parlamento, quando sarà chiamato a riferire sulle gestione della Ocean Vikings. In quella circostanza sostanzialmente affermerà che alla nave battente bandiera norvegese non è mai stato vietato di attraccare in Italia, ma ha deciso di virare sulla Francia dopo la mancata assegnazione di un porto sicuro.

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